Una passeggiata fa bene all’umore

Uno studio condotto presso lo Iowa State University conferma i benefici che ognuno di noi può trarre da una piacevole passeggiata e presenta nuove argomentazioni a favore di questa buona abitudine.

Fino ad ora infatti si credeva che per sentirsi più energici e migliorare l’umore fossero necessari esercizi estenuanti sia per durata che per intensità; i ricercatori dello Iowa University hanno invece dimostrato che per raggiungere questi risultati basta camminare per 15 minuti “di buon passo”. Nello studio sono state coinvolte 20 persone, tra uomini e donne, con un’età che si aggirava intorno ai 50 anni. È stato loro chiesto di riempire dei questionari prima, durante e dopo i 15 minuti di passeggiata ad andatura sostenuta. Dopo l’esercizio fisico tutti i partecipanti hanno sostenuto si sentirsi molto più energici, sicuramente meno annoiati e pervasi da una sensazione di piacere e benessere. Inoltre, una volta riposati dalla camminata, i soggetti in esame hanno affermato di sentirsi più calmi rispetto a prima della partenza. Dunque sono già molti i motivi per preferire una buona passeggiata ad ore di esercizi faticosi; ma i benefici non finiscono qui. Camminare infatti è economico e sicuro e, contrariamente a quanto si pensa, non è vero che senza sofferenza non si ottengono dei buoni risultati. Passeggiare regolarmente ad un buon ritmo aiuta a ridurre il peso corporeo, riduce l’incidenza del diabete di tipo 2 e serve a mantenere buoni i valori della pressione sanguigna. Ecco perché molti hanno sottolineato che il miglior “equipaggiamento” per gli esercizi giornalieri è… un cane!

Denti sani con gli estrogeni
Gli estrogeni, ormoni che le donne assumono per combattere i sintomi della menopausa, ad esempio la fragilità ossea, sono anche un valido aiuto per mantenere la salute dei loro denti. Una gran parte delle persone in là con gli anni tende a non avere più la dentatura naturale e le donne sono particolarmente vulnerabili, considerando i molti casi di perdita di materiale osseo nella mandibola e negli alveoli dentali. A conferma di ciò basti sapere che circa il 40% delle donne americane oltre i 65 anni non ha più neanche un dente naturale. Visto che gli estrogeni hanno il potere di rinforzare le ossa affette da osteoporosi, i ricercatori della Washington University School of Medicine hanno voluto sperimentare se questi ormoni hanno un’azione simile anche sugli alveoli, prevenendo la perdita dei denti. A tale scopo sono state prese in esame 135 donne a cui sono stati somministrati estrogeni, calcio e vitamina D: come risultato si è visto che la loro densità ossea femorale era aumentata del 3,6%, mentre quella alveolare dell’1,8%. La somministrazione di estrogeni come terapia ormonale sostitutiva nelle donne in menopausa è dunque importante per combattere l’osteoporosi e mantenere una buona salute dentale, ma bisogna fare attenzione: alcuni studi sostengono che alte dosi di estrogeni possono aumentare i rischi di infarto cardiaco e incrementare lo sviluppo del tumore della mammella.

Bambini state all’ombra!
Se da una parte il sole è considerato fonte di vita perché favorisce molti processi necessari alla salute del nostro organismo, dall’altra sappiamo che può essere molto dannoso. Tutti devono quindi prendere precauzioni prima di esporsi al sole, in particolar modo i bambini. Infatti la loro pelle, chiara e fragile, è maggiormente esposta ai rischi delle radiazioni dannose; inoltre nei bambini il sistema di termoregolazione non è ancora ben sviluppato e quindi non riescono a percepire “in tempo” le eventuali scottature. Questo è un problema da tenere in alta considerazione perché è ormai accertato che le ustioni prese nell’infanzia aumentano in modo considerevole il rischio di cancro della pelle in età adulta. Ecco quindi alcune regole da seguire sempre quando si portano i bambini al mare. La prima indicazione riguarda l’orario: mai esporre i bambini ai raggi solari nelle ore centrali della giornata, in quanto le radiazioni sono molto intense e il rischio di scottature è altissimo. Le ore più indicate sono tra le 7 e le 11,30 della mattina e dopo le 16,00 nel pomeriggio. Bisogna poi tenere i bambini il più possibile al riparo durante il loro primo anno di vita, ricordandosi di usare i filtri solari senza tralasciare la zona del contorno occhi, le palpebre, il naso, le orecchie e le labbra. Se i bambini giocano tra le onde è importante applicare loro una protezione molto alta: infatti in acqua si crea un pericoloso effetto specchio che riflette i raggi sulla pelle aumentandone la potenza. Quando ci si reca in spiaggia con dei bambini bisogna sempre accertarsi che ci sia la possibilità di ripararsi in zone ombrose o comunque portarsi un ombrellone da casa, tenendo presente che sia l’ombra, sia le nuvole non garantiscono una protezione totale; basti pensare che le nuvole lasciano passare fino all’80% delle radiazioni solari. Visto che con il calore si va incontro ad una eccessiva perdita di liquidi per la sudorazione, è bene portare sempre dell’acqua e cibi ricchi di liquidi come la frutta da dare ai più piccoli. Infine, dopo una giornata al mare, bisogna idratare bene la pelle dei bambini con un doposole specifico per l’infanzia.
Una esposizione responsabile ai raggi solari può essere di grande beneficio per i più piccoli: infatti migliora la pelle favorendo il ricambio cellulare e facilitando gli scambi nutritizi e la circolazione. Inoltre i raggi UV-A rafforzano il sistema immunitario aumentando la quantità di anticorpi nel sangue e proteggendo quindi l’organismo dalle malattie infettive e virali come l’influenza, la varicella, etc. Il sole, poi, migliora l’aspetto delle pelli acneiche regolando la secrezione sebacea e irrobustisce le ossa in quanto garantisce la giusta quantità di vitamina D che serve a fissare il calcio e il fosforo alle ossa. Avremo così una corretta crescita scheletrica e una buona prevenzione contro malattie come il rachitismo e l’osteoporosi. È necessario infine ricordare le situazioni in cui l’esposizione al sole dei bambini va evitata perché dannosa: in caso di asma o bronchite, perché in estate aumentano le aggressioni alle vie respiratorie; quando il bambino è affetto da herpes simplex, in quanto i raggi UV facilitano le recidive; infine in presenza di vitiligine e di altre affezioni dermatologiche, situazioni che possono aumentare il rischio di gravi ustioni. Il sole per i bambini è dunque come una medicina che va presa con le giuste indicazioni di orario e di dosi, tenendo sempre presenti le controindicazioni e gli effetti collaterali!

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