Combattere l’alcolismo con la salvia!

Topi “bevitori” diventano astemi. Grazie ad una specie di salvia cinese. Lo hanno scoperto e sperimentato i ricercatori dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) di Cagliari. Comincia ora la sperimentazione sull’uomo

Combattere l’alcolismo con la salvia: è l’obiettivo di un gruppo di ricercatori dell’Istituto di neuroscienze del Cnr di Cagliari, che, sotto la guida di Giancarlo Colombo, ha scoperto e sperimentato che la pianta ha interessanti proprietà anche per la cura dell’alcolismo. Le radici secche della Salvia Miltiorrhiza – è il nome scientifico della pianta, originaria della Cina, che appartiene alla famiglia delle Labiatae – sono da tempo largamente usate nella medicina popolare cinese per curare alcune malattie del sangue, le cardiopatie, le epatiti, l’emorragie, i disturbi mestruali, l’edema e l’insonnia.

Gli studi condotti nel laboratorio dell’In-Cnr hanno dimostrato che questa specie di salvia è efficace nel ridurre il consumo volontario di alcol, nei ratti alcolisti, i Sardinian alcohol-preferring (sP), un ceppo geneticamente selezionato proprio per la sua propensione a bere. I ratti sono stati trattati con estratti di salvia prima di consentire loro di bere nuovamente dopo un periodo di astinenza di sette giorni.
I risultati sono stati sorprendenti. “E’ stato dimostrato – spiega Colombo – che gli estratti di Salvia Miltiorrhiza ritardavano l’acquisizione del comportamento consumatorio in ratti che non erano stati precedentemente esposti all’alcol. Inoltre, riducevano il consumo volontario di alcol in ratti che ne avevano raggiunto un consumo stabile (modello della fase attiva dell’alcolismo umano) e, infine, sopprimevano l’aumento del consumo di alcol dopo un periodo di deprivazione”.

L’estratto di salvia è dunque in grado di riequilibrare il rapporto con l’alcol. Potrebbe, per esempio, essere utile all’alcolista che avesse già deciso di smettere di bere, consentendogli di apprezzare un bicchiere di vino senza sentire il bisogno di bere tutta la bottiglia.
Per il momento, sono i ratti alcolisti a diventare astemi. Ma i risultati di queste sperimentazioni sui topi sono stati così incoraggianti da aprire promettenti prospettive.
“Verificata la sicurezza del preparato, siamo pronti per cominciare la sperimentazione sull’uomo” – conclude Colombo.

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