Il sapone è cancerogeno? Rischi per la salute, tra verità e leggende metropolitane

Il Sapone di Aleppo (o di Marsiglia) e il sodio lauryl solfato.

Per introdurre l’argomento riporto un brano che descrive la lavorazione del sapone di Aleppo, perché in questa città della Siria è presente un’antica tradizione di produzione del sapone utilizzando come base ingredienti naturali come l’olio di oliva, che viene usato anche nella preparazione del sapone di Marsiglia, e l’olio di alloro, che aggiunge pregio e particolari proprietà eudermiche che lo rendono tollerato e adatto anche per le pelli più delicate o che presentino problemi di sensibilizzazione o di allergie ai detergenti moderni: “Le prime notizie sul sapone si trovano nella Bibbia (Vecchio Testamento). Il documento più antico sarebbero delle tavolette di argilla del 2.500 a.C. La produzione dei saponi proveniva esclusivamente dall’olio di oliva e di conseguenza le saponerie sorsero in zone coltivate ad olivo.

Aleppo città della Siria nord occidentale, con numerosi quartieri e sobborghi etnici e vasti bazar coperti. L’importanza economica di Aleppo è dovuta alla posizione sulla via che unisce la Mesopotamia al mare Mediterraneo. Le tecniche di lavorazione non sono variate negli ultimi duemila anni. La lavorazione del sapone di Aleppo inizia a novembre dopo la raccolta delle olive. L’olio di oliva viene cotto a fuoco lento, a fine cottura si aggiunge una percentuale dell’olio di alloro che può variare dal 1% al 16%. A seconda della percentuale di olio di alloro si otterrà un sapone più o meno pregiato. Alla fine di questo processo produttivo, si effettua il taglio in panetti e l’essiccazione all’aria aperta, della durata di 10-12 mesi. Le proprietà emollienti dell’olio di oliva e alloro rendono il sapone di Aleppo indicato per l’igiene della persona (corpo-capelli). Il suo uso è altresì raccomandato per il lavaggio della biancheria, per chi necessita di detergenti naturali, per i soggetti affetti da allergie causate da detersivi sintetici”.

Questo sapone è quindi un vero detergente naturale, i suoi soli ingredienti sono soltanto l’olio di oliva e la soda, con la possibile aggiunta in questo caso di olio di alloro. Si possono comunque aggiungere altri ingredienti naturali per ottenere saponi profumati oppure che abbiano particolari proprietà, ad esempio argilla, propoli o zolfo per le pelli grasse, burro di karatè, olio di jojoba, olio di mandorle per le pelli secche, e molte altre varianti, si deve fare però attenzione che gli ingredienti aggiunti siano davvero naturali, in particolare i coloranti usati per conferire una colorazione più attraente, e che il grasso usato per la saponificazione, nel caso avessimo la pelle molto delicata, sia effettivamente l’olio di oliva, in molti casi viene infatti usato un altro olio, quello di cocco, sempre assolutamente naturale, ma che ci fornisce un sapone con un’azione detergente più energica, per chi ha problemi di pelle è quindi più consigliabile utilizzare la versione base, originale, senza ulteriori aggiunte.

Quando leggiamo l’etichetta di un vero sapone naturale troviamo al massimo 2-3 ingredienti non la lunga serie di nomi che invece si trova sull’etichetta di qualsiasi shampoo o bagnoschiuma, sfilza nella quale è difficile orientarsi. Fra questi nomi ne ricorre uno, diventato famoso negli ultimi tempi, il Sodio Lauryl solfato o la sua variante Sodio Laureth solfato. Recentemente c’è stata una recrudescenza del tam tam via e-mail, stile catena di sant’Antonio, che metteva in guardia contro questo ingrediente per la sua supposta pericolosità. Dobbiamo stare attenti alle voci che girano sulla rete, spesso si tratta di “bufale” alle quali in buona fede si aderisce, perché magari ci si fida di chi ce la invia (che a sua volta si è fidato senza controllare) e così la voce gira. In questo caso già un paio di anni fa circa questa storia era venuta fuori con l’apparente avallo, falso, dell’Ambasciata USA, che ovviamente ha smentito tutto. Recentemente la voce, che continuava a girare in rete a bassa intensità, quasi messa a tacere dalle doverose smentite, è stata rimessa in giro da una e-mail inviata da una dipendente dell’Istituto europeo di Oncologia, che si è accodata a una di queste catene, il cui contenuto è stato subito attribuito all’Istituto stesso, che ovviamente ha dovuto smentire (basta andare sul sito dell’Istituto europeo di Oncologia per leggere la smentita), si potrebbero fare altri esempi di questo genere, di voci travisate, opinioni attribuite, sarebbe una lunga lista.

In conclusione, il sodio lauryl solfato è pericoloso ovvero cancerogeno? La risposta è no, non ci sono prove o evidenze di questa pericolosità, questo non significa però che sia il miglior detergente disponibile, è vero che sono disponibili anche detergenti dall’azione più delicata ma il fatto che sia presente in un prodotto non significa di per sé che il prodotto sia di cattiva qualità, questo dipende dall’insieme degli ingredienti e dalla loro presenza in percentuale, allo stesso tempo l’assenza del sodio lauryl solfato non rende un prodotto necessariamente migliore di altri che lo contengono, per questo a parer mio alcune ditte che producono prodotti per l’igiene personale sarebbero più corrette se vantassero le virtù dei loro prodotti e non semplicemente, come un pregio, l’assenza di sodio lauryl solfato, di per se questo significa poco, tutt’al più si cerca invece di sfruttare commercialmente una voce che si è rivelata infondata. Chi vuole o deve invece utilizzare un prodotto davvero naturale può riscoprire invece l’antico sapone di Aleppo, oramai collaudato da più di 2000 anni di utilizzo!
A cura di Michele Stellini – Erboristeria dr. Stellini

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