Ritorna El Niño?

La temibile anomalia atmosferica nota con il nome di El Niño, responsabile di roventi siccità e devastanti inondazioni, sembra sul punto di uscire dal suo letargo, durato quattro anni, per ritornare a colpire.

Lo affermano alcuni esperti metereologi statunitensi, sebbene non sia ancora possibile fare previsioni sulla forza del suo impatto sul clima mondiale. La sua ultima apparizione, nel 1997-98, procurò tremende siccità in Australia, nelle Filippine ed in Indonesia, otre a drammatiche inondazioni in America Meridionale, specialmente in Perù ed Ecuador.

Il fenomeno atmosferico, cui è stato attribuito un nome apparentemente inoffensivo (“il bambino” in lingua spagnola), consiste in un anormale surriscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico orientale, che avviene di solito ogni 4-5 anni e che può durare fino a 18 mesi. Sembra che questo surriscaldamento sia già in atto da alcuni mesi, e che possa continuare fino all’inizio del 2003, affermano gli esperti. I suoi effetti devastanti ancora non si sono manifestati, fortunatamente: l’ultimo El Niño, quello del 1998, fu uno dei più violenti del secolo, ed è stato la causa di 24.000 morti, oltre a provocare circa 34 milioni di dollari di danni e lasciare 6 milioni di persone senza casa.

Fortunatamente l’esperienza insegna che ad un Niño particolarmente forte ne segue uno molto più debole. Le prossime settimane saranno decisive per valutare se l’innalzamento delle temperature dell’oceano avranno particolari effetti sull’atmosfera, causando siccità in Indonesia e forti piogge in Perù ed Ecuador. L’International Research Institute for Climate Prediction, uno speciale istituto di ricerca specialmente adibito alle previsioni sul clima, ha calcolato le possibilità che El Niño si manifesti quest’anno in circa il 60 per cento, contro il 25 per cento degli ultimi tre anni.

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