Prodotti difettosi: cosa fare

Si compra un nuovo elettrodomestico, lo si porta a casa pieni di soddisfazione, e si scopre che non funziona. Ecco cosa fare per far valere i propri diritti.

Capita spesso di acquistare un elettrodomestico, anche banale, e trovarlo non funzionante. In questo caso spesso il cittadino-consumatore è “spiazzato” e non sa cosa fare. Il nostro Codice civile impone all’acquirente alcune incombenze, infatti ai sensi dell’articolo 1495 c.c. deve comunicare entro otto giorni dalla scoperta il vizio, o i vizi, riscontrati al venditore. Sulla forma di tale “denuncia” il codice non fornisce alcuna indicazione ed è allora logico che possa essere fatta anche verbalmente. Tuttavia consiglio a tutti di provvedere con lettera raccomandata A.R. perché in caso di eventuale successivo contenzioso tale forma consente di provare agevolmente l’avvenuta denuncia. 

Che cosa può chiedere il compratore?

Il Codice civile prevede due rimedi: la riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto. Il primo caso è relativo a quei vizi o difetti che non rendono del tutto inidoneo il bene mentre la risoluzione del contratto, con conseguente restituzione del prezzo pagato, è possibile solo quando il bene è completamente inidoneo all’uso a cui era destinato. Molto spesso, soprattutto in materia di apparecchi elettrici o elettronici, le case produttrici concedono un’ulteriore garanzia per il buon funzionamento degli apparecchi. Tale ulteriore garanzia non sostituisce quella prevista dal Codice civile ma è aggiuntiva. Dunque nel caso in cui si tratta di vizi o difetti del bene acquistato – ma non quando si tratta di rotture accidentali – il compratore può sempre chiedere al venditore, al solo venditore, la riduzione del prezzo corrispondente alle riparazioni necessarie o la risoluzione del contratto, senza perdere tempo alle “garanzie” fornite dai produttori che molto spesso risultano essere di difficile accesso e temporalmente lunghe.
Nel caso in cui qualche lettore avesse un caso particolare da esporre sarò lieto di rispondergli.

A cura dell’avv. Marco Festelli

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