Alla scoperta delle erbe “angeliche”

L’Angelica archangelica, originaria della Lapponia, deve il suo nome alla leggenda, secondo la quale fu donata dall’Arcangelo Raffaele agli uomini come rimedio contro la peste; di tale proprietà tuttavia non c’è che la testimonianza di Paracelso (1490-1541) che attribuisce alla sua assunzione, la guarigione di alcuni malati durante l’epidemia del 1510.

Meno ambiziose ma meritevoli di nota sono invece le segnalazioni aneddotiche delle sue proprietà, da parte del noto naturalista Francois-Vincet Raspail (1794-1878), che attribuiva casi di eccezionale longevità ad una dieta ricca di radici di questa pianta. Le qualità terapeutiche attese dalla sua trascendenza tuttavia, non hanno trovato riscontro nella pratica che ne ha sempre confinato l’uso, come tintura officinale, per migliorare la digestione, ma solo, attualmente, su prescrizione medica. La droga può essere tutta la pianta, ma la radice e i semi sono particolarmente ricchi di olio essenziale con proprietà spasmolitiche e procinetiche; tradizionale è l’uso del vino angelico (radice di angelica, cannella fine e vino rosso).

Per il contenuto in furocumarine è sconsigliata l’esposizione alla luce solare durante la sua assunzione. In letteratura sono presenti solo alcuni lavori in vivo e in vitro che confermano attività antispastiche sulla muscolatura liscia. Cautela anche in concomitanza con FANS e terapia anticoagulante. Controindicata in gravidanza. Con una “personalità” più pratica si presenta invece l’Angelica sinensis, radice essiccata, che pur appartenendo alla stessa famiglia, si fa trova in Farmacopea Cinese con il nome di Dang Gui, che significa “mettere a posto ciò che è in ordine sparso”; nomen omen, avrebbero detto i latini, e infatti una delle sue principali indicazioni sono le irregolarità del ciclo mestruale oltre alla dismenorrea e la sintomatologia correlata con la menopausa. In tal senso tuttavia non sono presenti in letteratura evidenze a favore di questa proprietà, come confermato da una recente review (1); tale risultato è peraltro in linea un precedente studio RCT(2) e una precedente revisione(3). Contenendo furocumarine ha effetto anch’essa fotosensibilizzante. Interagisce, come agonista, con gli anticoagulanti orali (4,5) e presenta potenziali interazioni con farmaci ad azione estro-progestinica. Controindicazioni: gravidanza, allattamento e periodo pre-operatorio.
(Fonte: Fitoterapia33)

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