L’uomo su Marte tra meno di 20 anni?

Nei prossimi venti anni, l’uomo potrebbe avventurarsi alla conquista di Marte

L’ha dichiarato il capo della NASA Daniel Goldin ad un recente simposio tenutosi a Washington per ricordare il quarantesimo anniversario del primo viaggio americano nello spazio. Il 5 maggio 1961, esattamente 40 anni fa, avvenne infatti il primo viaggio spaziale americano, con a bordo l’astronauta David Shepard, morto nel 1998. Goldin, prendendo la parola, ha affermato con grande sicurezza che la nostra civiltà non è destinata a vivere su un solo pianeta, e che nell’arco di poche generazioni la specie umana si propagherà su altri pianeti e corpi celesti, e che saranno presto costruiti dei robot che, lasciando il nostro sistema solare, prepareranno la strada per gli uomini.
Parlando dei progetti più imminenti, Goldin ha affermato che la NASA ha in programma il lancio di un veicolo spaziale su Marte nel 2007, per la raccolta di campioni del pianeta, con ritorno sulla Terra entro il 2009 o il 2011. Le possibilità di vita dell’uomo sul Pianeta Rosso dipendono prevalentemente da due fattori chiave: la presenza o meno di radiazioni e di acqua. Nei cinque o sei anni successivi, gli scienziati saranno impegnati a superare problemi apparentemente insormontabili, come ad esempio riuscire a lasciare l’orbita terrestre con la presenza di uomini a bordo, con i connessi “incredibili” problemi di salute per gli astronauti.
In sostanza, Goldin non si è ufficialmente impegnato a mandare uomini su Marte, ma ha lasciato intendere come questa possibilità sia tutt’altro che fantascientifica, mettendo l’accento sulla necessità per la NASA di porsi un grande obiettivo per gli anni a venire. “È il momento di scrivere di nuovo la storia, di smettere di guardare indietro e tornare a progredire”.

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