Come non farsi mordere dal cane

Il migliore amico dell’uomo a volte può trasformarsi nel nostro peggior nemico. Ogni anno, infatti, circa quattro milioni e mezzo di persone subiscono morsi dai loro animali preferiti (quasi la metà delle vittime ha un’età inferiore ai dodici anni).

Ed è proprio per ridurre questa cifra esorbitante che l’American Veterinary Medical Association ha deciso di pubblicare una direttiva di condotta rivolta ai proprietari di cani. Contrariamente a quanto si pensi, infatti, la maggior parte delle aggressioni canine non vedono coinvolti cani randagi ma proprio gli animali di nostra proprietà. La stragrande maggioranza dei morsi, secondo il documento, potrebbe essere evitata: a tale scopo è opportuno educare i bambini su come comportarsi con i cani, insegnando loro, ad esempio, a non tirargli le orecchie o la coda, a non accarezzare cani estranei senza chiedere il permesso al proprietario, a non mettere le mani oltre le staccionate per toccare gli animali. Ma anche gli adulti devono stare ben attenti. Con la tendenza a far diventare gli animali parte integrante della famiglia, sopravviene anche la propensione a trattarli come dei bambini. E questo, sempre secondo il documento, è il primo passo verso successivi guai. La strategia più importante per ridurre i morsi canini, dunque, è l’educazione, e devono esserne provvisti i veterinari, i possessori di animali, i genitori, gli insegnanti e chiunque sia una potenziale vittima dei nostri amici a quattro zampe.

Vita sana, lunga vita
Ma è vero che abitudini di vita sane prolungano la vita, o è soltanto un modo di dire? Una recente ricerca sembra proprio confermarlo: chi vive bene vive più a lungo. È stato scoperto, infatti, che i membri della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, famosi per le loro abitudini morigerate, abbiano un’aspettativa di vita media molto più lunga del resto della popolazione. Tra gli avventisti è diffusissimo il vegetarianismo ed una grande cura del proprio corpo per mezzo di un regolare esercizio fisico; i fumatori, tra gli avventisti, sono virtualmente inesistenti. Il risultato di queste abitudini è semplice e sorprendente al tempo stesso: gli avventisti maschi vivono in media 7 anni (!) più a lungo della media, mente le donne avventiste vivono quasi 5 anni più delle altre donne. La ricerca, promossa dalla California University, ha prodotto dei risultati che sembrerebbero confermare la teoria secondo la quale le scelte comportamentali potrebbero rinviare il momento della nostra dipartita anche di diversi anni. L’idea che mangiare bene, fare esercizio fisico e bandire il fumo faccia bene alla salute non è certamente nuova, ma è nuovo il fatto che ciò provochi consequenzialmente una vita più lunga. “Se tali risultati verranno confermati da studi successivi, le implicazioni della scoperta sulla salute pubblica saranno molto profonde”, affermano i ricercatori. “Cambiare il nostro stile di vita potrà farci veramente vivere più a lungo”.

Le erbe medicinali sono un rischio per gli interventi chirurgici
Assumere medicinali a base di erbe e sottoporsi in seguito ad un intervento chirurgico sarebbe una combinazione rischiosa, in quanto potrebbe provocare emorragie, instabilità cardiaca e bassi livelli di zucchero nel sangue. Lo affermano i medici dell’Università di Chicago, mettendo in guardia contro gli effetti farmacologici a volte molto potenti delle erbe medicinali, che potrebbero costituire un problema significativo durante un intervento. Le erbe più comunemente usate a scopo medicamentoso sono l’echinacea, l’efedra, l’aglio, il gingko, il ginseng, la kava, l’erba di san Giovanni e la valeriana. Oltre alle loro innegabili qualità curative, queste erbe possono causare alcuni effetti dannosi: l’aglio, il gingko ed il ginseng ad esempio provocano emorragie, l’efedra instabilità cardiovascolare, ancora il ginseng può causare l’ipoglicemia. Una loro interazione con l’anestesia durante un intervento chirurgico potrebbe aumentare questi effetti, o provocarne di nuovi. Gli studiosi tengono a sottolineare che non è loro intenzione spaventare i pazienti, né sconsigliare l’uso di questi rimedi; il loro scopo è quello di portare a conoscenza di tutti l’esistenza del problema: moltissime persone usano erbe medicinali, ma pochissime di coloro che devono sottoporsi ad interventi chirurgici lo dichiarano ai medici, forse perché non lo ritengono importante, o forse perché imbarazzati ad ammettere di fare abitualmente ricorso alla medicina “non convenzionale”. È importantissimo invece dichiarare sempre ciò che si assume con regolarità, per facilitare il lavoro dei medici e per non mettere a rischio la nostra salute.

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