Quando i “vicini” disturbano

“Egregio Avvocato, dieci anni fa ho acquistato la casa vicino ad una segheria che già esisteva da tempo. La segheria in questione é fatiscente ed inoltre vi si lavora senza porte con conseguenti ‘svolazzamenti’ di segatura e la produzione di rumori molto stressanti per tutto l’anno. Vorrei sapere se é lecito che io sia costretto a sopportare lo sporco che mi si deposita in continuazione sulla terrazza e sui panni stesi ed il rumore assillante per almeno dieci ore il giorno, dato che non ho capito ancora che orario fa, spesso ci lavorano anche nei giorni festivi. Tra l’altro il padrone é stato richiamato dal condominio perché accatastava la legna nella ringhiera di confine. Adesso le chiedo se é possibile fare qualche cosa, ottenere risarcimenti per eventuali danni arrecati a me e alla mia famiglia a causa della polvere della segheria che siamo costretti a respirare in continuazione. Tra l’altro da quando abito qui mi sono ‘saltate fuori’ strane dermatiti ed emicranie”. Amedeo

Le iniziative da prendere sono due. La prima è scrivere alla Asl competente per chiedere la verifica del rispetto delle normative igienico-sanitarie. La seconda, probabilmente più efficace, è quella di intraprendere una causa per chiedere che il Giudice ordini la cessazione delle emissioni di rumore e la produzione di polvere.

Se il condomino vuol scaldarsi da solo
“Nell’ipotesi in cui un condomino intenda staccarsi dall’impianto di riscaldamento centralizzato quale procedura deve seguire? Richiedere un’Assemblea condominiale straordinaria nella quale manifestare le proprie intenzioni? Iniziare i lavori ed attendere un’eventuale opposizione del condominio?” Umberto

Basta solamente che il condomino comunichi agli altri la propria intenzione. Ma, attenzione, per giurisprudenza consolidata il condomino che si “distacchi” dall’impianto centralizzato è comunque tenuto a partecipare alle maggiori spese sostenute dagli altri condomini per il suo distacco visto che tale operazione comporta una dispersione di calore con maggiori consumi a carico dei condomini. La percentuale non è fissata e va determinata tramite perizia tecnica.

Macchine fotografiche e “bidoni”
“Mi chiamo Sergio e vorrei una risposta ad un quesito che sinceramente non so come risolvere. Alcuni giorni fa, ho acquistato una macchina fotografica digitale per la modica somma di L. 540.000, arrivato a casa mi sono messo subito a leggere il manuale per poterla mettere in funzione e allo stesso tempo provarla, ed ahimè!!, nemmeno a farlo apposta la macchina presentava dei difetti di fabbricazione, sostanzialmente i tempi del flash automatico non corrispondevano a quelli che generalmente risultano quando si scattano delle foto in ambienti scuri. A questo punto mi sono recato dal negoziante che mi aveva venduto la stessa chiedendo di sostituirmela con un’altra funzionante. Il titolare del negozio mi ha risposto: a) che la macchina fotografica era praticamente già usata a causa del fatto che vi avevo scattato alcune foto; b) che essendo la macchina in garanzia mi avrebbe messo in contatto con un tecnico di sua fiducia per risolvere il problema per poi farmela riparare; c) che il diritto di ripensamento non può valere perché vale solamente per gli acquisti per corrispondenza; d) che non sapeva come risolvermi il problema. Dopo tutte queste risposte mi sono convinto che la persona che avevo di fronte non era nientemeno che un maestro della ‘bidonata’. Spero che lei, che di Diritto ne sa abbastanza, possa indirizzarmi nel modo giusto per poter risolvere questo problema”.

La cosa da fare è semplice, innanzitutto scrivere una raccomandata al venditore indicando tutti i difetti e chiedendo la risoluzione del contratto con la restituzione del prezzo. Ove il negoziante non adempia occorre fare causa. Il diritto di ripensamento non si applica all’acquisto in oggetto.

Staccarsi dal riscaldamento centralizzato
“Abito e sono proprietario di un appartamento a Milano di 90 mq. facente parte di un edificio di 8 appartamenti, mediamente di dimensioni simili al mio. Il riscaldamento è a gasolio e centralizzato: la casa è sempre surriscaldata, ho 4 radiatori, 2 dei quali sempre spenti, ed una finestra semiaperta tutto l’inverno. Malgrado ciò la temperatura è sempre di 23°. Le spese di riscaldamento sono alte e per quanto mi riguarda veramente sprecate. Tra pochi giorni parteciperò ad un’assemblea di condominio: all’ordine del giorno c’è la sostituzione della caldaia poiché non conforme. Io vorrei assolutamente staccarmi dall’impianto o perlomeno installare la ‘contabilizzazione del calore’ sul nuovo impianto. So che esiste una percentuale che pagherei comunque in caso di distacco. Purtroppo cinque appartamenti sono di un solo proprietario e non credo di poter raggiungere i 501 millesimi. Cosa posso fare?” Luca

In caso di distacco dal sistema centralizzato il condomino deve rimborsare al condominio una parte di spese corrispondente alla dispersione di calore dovuta alla sua acquisita indipendenza (questo in parole povere). Per calcolare il contributo è necessario sentire il parere di un tecnico perché anche in corso di causa il Magistrato ordinerebbe sicuramente una perizia.

Concorsi, che beffa
“Egregio Avvocato, mi chiamo Mario e le scrivo per raccontarle della mia partecipazione ad una selezione che non ha avuto mai una graduatoria finale. Premetto che l’Ente committente alla data della pubblicazione era un Ente economico di Diritto pubblico e che si è trasformato in S.p.a. Dopo aver superato tutte le prove previste vengo a sapere che 128 candidati sono stati convocati per un breve corso che porterà all’assunzione definitiva. A questo punto scrivo avvalendomi della 241/90 di conoscere la mia posizione in graduatoria e i punteggi che mi sono stati attribuiti; purtroppo non ho mai avuto risposta scritta. La beffa arriva quando telefonicamente mi viene detto che non esiste una graduatoria e con estrema arroganza mi viene ribadito che possono assumere chiunque vogliano secondo parametri anche diversi da quelli previsti dalla selezione. Cosa posso fare per far valere i miei diritti? Grazie per il tempo che dedicherà al mio quesito”. Mario

Occorre a mio avviso rivolgersi alla Magistratura del Lavoro, sempre tramite un legale, perché se è vero che le società private (ammesso che quella in questione sia privata ma ho dei dubbi) possono assumere chiunque nel momento in cui decidono di svolgere una selezione pubblica tale selezione deve essere seria, pena la creazione di aspettativa in capo ai concorrenti. Così a prima vista mi pare che sicuramente si possa imputare all’Ente una responsabilità di carattere pre-contrattuale e quindi chiedere almeno i danni, se non l’assunzione.

Ricorrere se la multa non va giù
“Giorni fa sono stata colta in contravvenzione dai vigili del mio paese, la violazione si riferiva alla mancata notifica di variazione di indirizzo che avremmo dovuto espletare nel febbraio del 1997, incombenza non più a carico dell’utente ma richiesta direttamente dall’Ufficio Anagrafe dall’aprile 1997. La violazione ha comportato un’ammenda di L. 500.000. Il vigile, nella stesura del verbale, motivando correttamente la violazione, ha erroneamente indicato come violato l’Art. 93 Com. 4 che si riferisce alla procedura e documentazione riguardante l’immatricolazione di rimorchi ecc., ha altresì omesso di compilare la parte posteriore del verbale che si riferisce al ritiro di documento di circolazione. Essendo l’Art. 94 Com. 4 quello corretto, posso io appellarmi al Giudice di Pace o alla Prefettura competente per annullare questa contravvenzione che, oltretutto risulta di entità sproporzionata rispetto a una normale contravvenzione (es. guida senza cinture o guida utilizzando il cellulare a L. 63.000)?” Alessandra

Anche a mio avviso il verbale è annullabile per l’incertezza di determinare quale infrazione è stata contestata. Le consiglio di fare ricorso direttamente al Giudice di Pace entro 30 giorni dalla notifica. Il ricorso è esente da marche e può essere presentato anche senza l’ausilio di un difensore.

Auto nuova con… sorpresa
“Trova corretto che al momento del ritiro della mia auto, trovata da mia moglie un’ammaccatura sullo sportello posteriore sinistro, il Concessionario mi voglia consegnare l’auto con riparazione (stucco e vernice) a sue spese? Premetto che l’auto è nuova, ho già versato il saldo ed è già stata immatricolata… e ovviamente mi sono rifiutato di ritirarla nonostante le loro insistenti richieste. Secondo me ci dovrebbe essere sostituzione della vettura… si rifiutano di sostituire addirittura la portiera. Quali sono i diritti del compratore in questo caso? Il contratto non ne fa menzione. Aggiungo anche che alla mia richiesta di un pezzo di carta dove attestare il fatto (evidente a tutti, dai venditori ai meccanici) il titolare si è categoricamente rifiutato. Cosa ne pensa?” Roberto

La materia è regolata dagli articoli 1490 e seguenti del Codice Civile. Se il vizio del bene venduto era da lei conosciuto, o facilmente riconoscibile, non ha alcuna pretesa da avanzare verso il venditore perché avrebbe dovuto rifiutare il veicolo. Se invece del vizio si è accorto successivamente può chiedere, a mio avviso, una riduzione del prezzo pattuito in relazione al diverso valore commerciale che ha un’auto non perfetta rispetto ad un’auto “nuova di zecca”.

A cura dell’avv. Marco Festelli

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