
Counseling psicologico
risponde il dr. Vincenzo Masini
Risolvere l'emozione
"Salve, sono un atleta che pratica tiro con l'arco a livello nazionale e internazionale, il mio problema da risolvere è l'emozione prima della gara e durante la gara, cosa questa che pregiudica di molto le mie prestazioni. Vorrei dei suggerimenti. Grazie".
Fabio T.
Il fatto che lei sperimenti la tensione emotiva prima della gara è del tutto normale e sarebbe preoccupante il contrario, egualmente il vissuto dell'emozione riappare forte al termine della competizione, accompagnato in superficie dalla soddisfazione o dalla delusione ma con un vissuto di tensione più profondo che richiede all'atleta un momento di raccoglimento in se stesso e di ascolto di sé per metabolizzare un vissuto. Al termine della gara è infatti importante, dopo essersi raccolti in solitudine, aver qualcuno a cui raccontare quanto si è vissuto, le sensazioni, la paura di sbagliare, l'incertezza, la tensione e quant'altro...
Carica emozionale e concentrazione prima della gara, possibilità di "scarico" al termine della medesima sono due momenti essenziali per il proprio equilibrio psicologico e consentono di lasciare tra virgolette il tempo psichico e lo spazio mentale magico della concentrazione e deconcentrazione durante la gara.
Il vecchio libretto "Lo Zen e il tiro dell'arco" insegna poi molto bene quale sia lo stato psicologico più idoneo all'atleta nel momento dello scoccare della freccia.
Un attimo magico in cui tirare e colpire diventano tutt'uno e la freccia è contemporaneamente ancora sull'arco e già nel bersaglio. Cosa accade? L'abbassamento della tensione, lo spegnimento di tutti i disturbi esterni, il distacco (quasi la sordità) rispetto ai rumori e la richiesta profonda dell'ascolto della propria voce interiore in un silenzio magico in cui dentro non parla nulla se non il sibilo dell'aria che tra poco si udrà corrisponde ad una grande sensazione di pace la cui profondità è in diretta corrispondenza con la precisione del tiro.
Questo è un aspetto della consapevolezza di sé che lei, come ogni atleta, già conosce e questo è correlato alla tensione emozionale che sente prima e dopo la gara. La bellezza di un momento così rarefatto ha il prezzo della tensione che lo precede e lo segue.
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