
Counseling psicologico
risponde il dr. Vincenzo Masini
L'insegnamento
(parte seconda)
L'insegnamento ha lo scopo di aiutare ognuno, bambino od adulto, a gestire meglio le proprie energie: bisogno di attenzione, voyeurismo, ansia, apatia sono elementi che individuano atteggiamenti specifici che, tramite l'insegnamento, possono ritrovare il giusto equilibrio.
Il bimbo adesivo ha bisogno di essere avvolto dall'attenzione e lo spostamento dell'emozione può avvenire in lui se viene distratto dall'attenzione al sé all'attenzione sull'ambiente. Il suo attaccamento alle cose potrà essere utilizzato per produrre l'interesse a ricercare dove sono finiti i suoi giochi e controllare che ci siano tutti. In questo caso l'insegnamento è rivolto a tenere insieme i giocattoli ed imparare modalità per conservarli in ordine.
Il controllo e la concretezza della realtà insegnano a rispettarne la natura, la forma ed ad agire con cura e delicatezza. L'adesivo infatti può mettere una tale quantità di energia per compiacere l'oggetto della sua attenzione, da rischiare di far del male, distruggendolo involontariamente. L'insegnamento serve a distanziarlo ed a correggere i suoi comportamenti, facendolo riflettere.
Un altro risvolto dell'adesivo adulto, connesso ad una sua modalità di attaccamento non equilibrato, è quello del voyeurismo. Molti adesivi adulti, che non possiedono una vita sessuale soddisfacente, ottengono la sublimazione della sessualità nell'aderire con lo sguardo alla vita sessuale altrui. Al voyeurismo possono accompagnarsi perversioni della vita sessuale ben più gravi, se tale patologia viene repressa con violenza e con derisione. L'intervento di spostamento che si può attuare di fronte ad un voyeur, è quello di richiamare la sua attenzione alle scene complessive in cui egli ha esplicato la sua attività di guardone. La scena dell'ambiente serve a far dilatare il suo campo visivo ed a fargli assumere un controllo della sua realtà mediante la concretezza della realtà ambientale.
Diverso effetto provoca l'insegnamento nel soggetto con scarsa autostima. Il bimbo ha provato a fare un salto, ha inciampato ed è caduto, si sente imbarazzato per il suo impaccio. La consolazione è: "Ma guarda che non se ne è accorto nessuno!, puoi anche riprovare nessuno ti criticherà o deriderà!". Se l'ambiente non si attiva in risposta al suo impaccio egli può anestetizzare la sua vergogna e percepire un senso di indifferenza per lui vitale. L'invisibile infatti può sopportare il dolore nel suo movimento verso l'apatia che corrisponde allo spegnimento della sofferenza. Tutto questo processo equivale alla dinamica dell'insegnamento: apprendere dall'ambiente la sua autentica natura, imparare a valutare i dati e finalmente interpretarlo in modo più freddo e distaccato.
Per far avvenire lo spostamento senza rinforzare con ulteriori squalifiche è necessario spegnere dentro di sé ogni forma di compassione nei suoi confronti e trasmettergli la possibilità di ricavare dall'ambiente l'atarassia indispensabile. È il caso dell'ammalato o del ferito che presenta piaghe vistose da cui è necessario non farsi impressionare ed, anzi, trattarle con distacco. "La gente qui intorno ha visto di peggio nella vita!". Questo serve a favorire l'oggettivazione, l'analisi chiara di una ferita o di una malattia vista con neutralità scientifica.
L'insegnamento è un modello comunicativo generalizzato a tutti attraverso lo specifico della didattica. Lo scopo dell'istruzione è quello di far interiorizzare contenuti e processi mentali di apprendimento e di porgerli nel modo più idoneo ai diversi tipi di persone. Il modello educativo di insegnamento, ovvero la capacità di distanziarsi dalle cose, è una comunicazione che richiede duttilità coinvolgente con le persone ansiose e innesco di incoraggiamento motivazionale con gli apatici. Gli ansiosi hanno necessità di controllare e di ordinare le informazioni che debbono essere proposte come un catalogo da memorizzare, senza dover modificare gli schemi mentali già formati. In genere si appiattiscono sulle informazioni che possiedono e, oltre ad ampliare la base della loro memoria, fanno uno sforzo di selezione delle informazioni funzionale a tenere deste quelle che comprendono come importanti al fine di una buona riuscita in un esame e in un concorso. Il loro ordine interno li rende spesso vincenti all'interno di questi contesti formali, ma non li porterà ad essere mai pienamente padroni delle informazioni che hanno appiccicato in memoria. Gli apatici hanno bisogno di motivazione ad apprendere ed una comunicazione che li inviti a distanziarsi dalle cose è per loro sinonimo di pacifica indifferenza. L'indispensabile modulazione incoraggiante dell'insegnamento può essere espressa per passi e gradi successivi, facilitandoli nella loro propensione ad un metodo cadenzato.
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