
Counseling psicologico
risponde il dr. Vincenzo Masini
Sesso e paura: ansia di castrazione?
"Dottore mi aiuti. Mi chiamo M. ed ho 27 anni. Dall'età del mio primo rapporto sessuale (21 anni) ad oggi sembrano essere passati pochi giorni... non ci sono grossi ricordi... forse perché non ci sono state molte donne. Ho sempre pensato che si trattasse di un problema 'di lei'... nel senso che tentavo di giustificare le mie tribolate prestazioni con la sua scarsa carica erotica... per il semplice fatto che, quando sono stato a Praga nel '99, andando con una prostituta bellissima ed espertissima tutto ha funzionato per il meglio e mi sono sentito perfettamente normale... ero felice.
Ma forse mi ero illuso...
Il mio problema è che, mentre nei preliminari raggiungo facilmente l'erezione massima, non appena appoggio la punta del glande sulla sua vagina mi sento morire dentro... è come se si aprisse un rubinetto... e tutto il sangue contenuto lì dentro di colpo defluisce via. Il pene si affloscia con una tale velocità da non darmi alcuna possibilità di inventarmi una nuova situazione erotica magari più stimolante.
Raramente sono riuscito a penetrare una donna al massimo della mia erezione... L'erezione mi viene ma fino ad un certo punto... poi la perdo. Con il passare del tempo tutto è cresciuto... e così da un problemino che io reputavo transitorio e comune a molti uomini si è passati ad un continuo mettersi alla prova...
' ...sarò capace questa volta?' è questa la domanda che mi affligge ogni volta che lo punto contro il suo sesso. E puntualmente tutto si ripete. Non sono male... sono un tipo belloccio... sono molte le donne che ci provano con me, e quando ci sto e le porto a letto le faccio godere in qualche modo, ma quando mi chiedono di essere penetrate dal mio pene già eretto (che è anche di discrete dimensioni 17cm) allora nascono i problemi.
Sono andato da un urologo il quale mi ha visitato e ha detto che non devo farmi problemi, che sono sano come un pesce, e che non ho l'età per avere questi disturbi. Le scrivo i risultati dell'esame (…)
Dandomi una pacca sulla spalla mi disse: 'Giovanotto vai dalla tua ragazza a fare l'amore, che non hai niente... il tuo è un problema di testa!'. Il problema, Dottore, era che non avevo la ragazza e quindi... astinenza e paranoie... fino alla volta successiva.
E indovini cosa è successo... l'ennesimo afflosciamento istantaneo... come se già me lo aspettassi. Si rende conto della mia vita di relazione come può essere? Uno schifo! Vorrei tanto essere normale... con una ragazza... come tutti i miei amici. Ma comincio ad aver paura che il mio sia diventato un problema cronico senza via d'uscita. Ma perché se mi masturbo, o mi bacio con una tipa, o con i rapporti orali, o con gli strofinamenti, funziona a meraviglia e davanti a quella fessura mi cago addosso?
Forse da solo sono riuscito a trovarla una spiegazione... credo che il mio sia un problema di 'ansia da castrazione'. Ho letto qualcosa e credo di avvicinarmi molto alla casistica descritta a riguardo. Il mio pene ha paura della vagina. Potrò superare questo mio problema una volta per tutte? Sono in tempo? Come se ne esce? Conosce degli stratagemmi o trucchi per quelli come me? Mi dica qualcosa la prego!
Non ho soldi per andare dagli specialisti... studio all'università... e non voglio che i miei lo sappiano. Se non dovessi guarire... che motivo avrei di vivere... tanto varrebbe farla finita.
Con i migliori saluti e i complimenti per il sito".
Caro M., il problema che mi prospetti non è semplice e non può essere risolto con una lettera. La lettera può servire a tranquillizzarti e diminuire la tua ansia - con i risvolti disperati con cui si presenta - e darti coraggio sul fatto che i tuoi problemi sono risolvibili.
Ma, ammesso che la tua diagnosi di ansia da castrazione sia corretta, (e potrebbe esserlo, non lo escludo), per superarla occorre un serio lavoro di psicoterapia abbastanza profondo da individuare le origini di questa tua difficoltà ed innescare un processo di cambiamento.
Ma il cambiamento non è magico!
E la disperazione autodistruttiva sicuramente rinforza il tuo malessere psicologico ed esistenziale.
Certo non è sufficiente la pacca sulle spalle (che, secondo me, aveva una funzione tranquillizzante in ragione della impossibilità del medico di offrirti un supporto terapeutico adeguato, per mancanza di tempo o di competenza specifica).
Puoi però cominciare a conoscere meglio il tuo corpo e comprenderti di più.
C'è un aspetto che mi sento di sottolineare. Naturalmente tu ti masturbi, e, credo, senza problemi.
Come mai? Quali sono le immagini mentali che formi in te?
Qual è il confine tra masturbazione (intesa come pratica nevrotica immaginativa di situazioni erotiche anche perverse) e autoerotismo (inteso come processo di ascolto del sé corporeo ed emersione del sé corporeo dalla nebbia della confusione mentale)?
Certo la mia è solo una pista molto sottile che può innescare una riflessione e, forse, un insight cognitivo. Certo nulla più.
Masini
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