
Counseling psicologico
risponde il dr. Vincenzo Masini
Ha una vita che non gli piace, non è riuscito a realizzare i suoi sogni. Vorrebbe farlo, ma non sa come. E intanto se ne sta lì, a soffrire, prendendosela con se stesso e con gli altri. Esiste una via d’uscita?
Essere felici è un diritto?
“Le scrivo da Vienna per chiederLe, forse, l'impossibile: di aiutarmi. Sto vivendo il periodo piu' brutto della mia vita. Le premetto che la mia situazione e' assai complessa e non ho la forza di scriverLe una lettera chilometrica. 11 anni fa sono venuto in Austria per imparare il tedesco e per studiare. Mi sono laureato. Il mio desiderio era quello di intraprendere la carriera diplomatica. Pensavo di poter aiutare chi vuol fare la pace, poi, una volta laureato, mi sono reso conto che il diplomatico e' solo un burocrate e cosi', pieno di dubbi, ho aspettato prima di provare il ‘concorso’. Il tempo e' passato ed io ho superato il limite di eta' per fare il concorso. Essendo un idealista, ho provato a realizzare il mio secondo sogno che era quello di insegnare all'universita'. Purtroppo nella prima volta nella mia vita ho incontrato un professore al quale non ero simpatico. Cosi' mi ha fatto perdere 2 anni di vita e non mi ha dato nemmeno la possibilita' di finire il dottorato di ricerca. Per fargliela breve, anche quest'altro sogno e' andato a farsi benedire. Ho sopportato 11 anni di vita in Austria, la mentalita' austriaca che non ho mai capito, la gente austriaca che non mi ha mai accettato e mai stimato. Tutto per riuscire nel mio intento, per realizzare i miei sogni. Ho 32 anni, sono sposato, ho una figlia di quasi di 4 anni e credo di star impazzendo. Sono frustrato, depresso, non ho piu' autostima. Con i miei genitori che vivono in Italia, ho un rapporto pessimo. Mia madre e' una di quelle mamme castranti ovvero se potesse mi allatterebbe ancora. Non mi ha mai capito e mi ha fatto e mi fa soffrire molto col suo comportamento. Mio padre e', ahime', un uomo debole e ha idolatrato mia madre. Non e' mai stato un esempio per me di sicurezza e autostima; solo un esempio di onesta' estrema. Professore, ho una rabbia enorme verso i miei genitori, verso le persone, che a mio avviso, hanno rovinato la mia vita. Piu' di tutti provo un sentimento, che non ho il coraggio di chiamare odio, verso mia madre. Intanto se non fosse per i miei genitori che mantengono me e la mia famiglia, non potrei vivere qui. L'Austria e' un Paese costoso. Non ho un lavoro, non ne ho mai avuto uno vero. Se ne avessi uno (non uno qualsiasi intendiamoci ma uno che mi desse soddisfazioni) mi sentirei meglio. Finalmente sarei indipendente dai miei genitori e loro non potrebbero piu' rinfacciarmi quello che fanno per me. (…) Provo ogni giorno a combattere ma, ormai, mi sento (…) Porca miseria, ci deve essere il modo di uscire da questo incubo. Come ogni essere umano, anch'io ho il diritto di essere felice. (…) Mia moglie ha alle spalle una vita molto, estremamente difficile e non puo' aiutarmi. Sono io, invece, che devo aiutare lei. Insomma professore, posso mai essere un caso tanto difficile da risolvere? Che mi consiglia? Che posso/devo fare? Certo Lei non ha la bacchetta magica ma vista dal di fuori, una vita e' piu' facile da capire. Sono disposto a tutto. Se Lei mi dice di tagliarmi una gamba, lo faro'. Basta che finisca questa sofferenza”.
Caro Dottore ma perchè non si trova un lavoro qualsiasi? e non rinuncia a cercare di aver soddisfazione su sua madre? può fare l'impiegato, il postino, il cameriere, il muratore, il giornalista sportivo, l'insegnante di storia, scrivere su qualche periodico enigmistico, il tipografo, lo spedizioniere, (se va sul sito del ministero del lavoro trova censite 7328 professioni). Lei è caudto in un mucchio di trappole che hanno avuto come esca l'orgoglio!
la voglia di una rivincita che non vincerà mai. Dovrebbe saperlo ormai dopo anni che combatte una guerra con chissà quale fantasma.
Lei dice: "Ho il diritto di essere felice!" E chi l'ha detto che è un diritto?
Io sono molto contento che tanti stronzi non siano felici, se no non ci sarebbe giustizia.
Così come sono contento che tante brave e semplici persone siano felici, alla faccia degli stronzi.
E non è questione di successo, di carriera, di denaro, di genitori e di figli.
La felicità è un'arte che comincia dentro. Pochi privilegiati la possiedono. In genere coloro che sono socialmente più disprezzati, meno appariscenti, affascinanti e quant'altro.
Lei sta male in Austria. Sapesse in Italia!
E in Francia ancora peggio!
Ma lei vuole smettere di volere dalla vita e vuol cominciare a dare qualcosa alla vita.
Scrivo parole dure ma non posso fare altro.
Le lettere che ricevo mi fanno capire che la gente è stufa delle "letterine allo psicologo" edulcorate e comprensive.
Tocca che lei si rimbocchi finalmente le maniche, domattina esca di casa e si trovi il primo lavoro che capita.
Avrà dato un insegnamento fondamentale a sua figlia!
Il resto viene da se.
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