Immagine Counseling psicologico

risponde il dr. Vincenzo Masini

Pensa di non essere nessuno, di non contare nulla. Si sente depressa. Invidia la “coppia mediatica” dell’anno. Ma la vita non è quella che ci propina la tv. La vita vera è fatta anche di problemi, difficoltà, sofferenza. Ma anche di cose belle, voglia di fare, fiducia in sé e negli altri. Basta saper guardare nella direzione giusta.

“Io invidio la coppia mediatica…” ma la tv non è la vita reale

“Sono una ragazza di 22 anni e in questo ultimo anno ho avuto ed ho tuttora una ‘crisi depressiva’. Nessuno, premetto, mi ha dato tale definizione ma ho letto l’enciclopedia, dei testi in internet inerenti a questa malattia e ho riscontrato molti se non tutti punti che fanno parte di me del mio modo di pensare o di comportarmi: paura per tante cose anche banali, ho perso molta memoria, non ho voglia di fare niente, nessuno mi capisce, nessuno mi può aiutare. Inizialmente ho sperato fosse solo un brutto momento ed ho atteso che tutto migliorasse, poi ho visto che i miei problemi, le mie insicurezze erano sempre maggiori, lato positivo non esiste, ne ho parlato con il mio fidanzato e con mia mamma ma niente pensano che scherzi credo. Successivamente decisi di dare un taglio a questa situazione cercando di ritrovare quello che sono, o per lo meno ritrovare la fiducia in me stessa, la forza da leone che ho sempre avuto nel fare le cose o meglio nel vivere, un po’ di orgoglio di me stessa, IL MIO SORRISO… ma niente sono durata circa 2 giorni.
Io sono cosciente di avere un problema, perché mi riconosco di non essere più quella persona, di nascondermi dietro ad un velo nero ma non riesco, da sola non ce la faccio più: mi sento inutile in questo mondo, mi sento invisibile in mezzo alla gente (quando parlo perché la mia voce ha un tono basso nessuno mi sente; quando sono tra la gente ci manca poco che mi calpestino i piedi poiché la mia statura si aggira circa su 1,50m, non sono nana ma bassa sì; nessuno ha bisogno del mio aiuto); con gli amici sono presa in giro da sempre per la mia statura ed ora rischio anche di farmi passare da scema. Vorrei tanto diventare qualcuno nella mia vita prima per me stessa per dire ‘vedi che ce la posso fare’ e poi per far tacere tutti quelli che mi deridono. Non ho mai saputo cosa volere dalla vita e non lo so neanche ora.
Tutto incominciò agosto 2003 quando mi licenziai da un’oreficeria, nella quale ero assunta come apprendista commessa, per lavorare nella ditta di mio padre, presi questa decisione per alleviare un po’ di lavoro a mio padre che in quell’ultimo tempo si ubriacava troppo spesso e pensando che la sua causa fosse questo lavoro da poco in proprio. Le cose da allora non sono più cambiate: mio padre ha sempre continuato a bere, mia mamma tra un po’ impazzisce credo, mio fratello manca da scuola e dà pensieri… io sono troppo sensibile, non riesco a fregarmene anche perché rimanendo dentro le quattro mura di casa senza mai nessuno con 2 giorni su 30 da lavorare, ho tutto il tempo per assorbire anche i problemi degli altri, e ho cercato di risollevare mia mamma, di invogliare mio fratello a studiare, di parlare con mio padre. Ma cosa vuoi che faccia una persona come me? IO NON SONO NESSUNO. Da quel giorno è sempre andata peggio.
Ora mi sto cercando un altro lavoro per avere più vita, più allegria, ma al pensare di fare colloqui stressanti ‘sto male’, mi prende il panico. Vorrei solo un po’ di tranquillità e di serenità, almeno con me stessa. Non ce la faccio più.
Io invidio la coppia Mediatica televisiva di quest’anno poiché vedo in Alessandra Pierelli una persona semplice, senza tanti grilli per la testa, io ero così ed ora non lo sono più e le ho provate tutte per ritornare come ero. Questo è il mio problema.
Spero in un Vostro consiglio per cercare di ritrovare quel che in me c’è ma non esce, far vedere a me stessa che CI SONO RIUSCITA…. boh non so se sarà possibile. Vi ringrazio per aver letto la mia lettera e spero di ricevere un aiuto”. M


Carissima, innanzitutto la tua non è depressione, a meno che non chiamiamo depressione tutto ciò che comporta dolore e sofferenza interiore. Ma se ti piace chiamarla così mi va bene lo stesso.
Poi credo che tu la tua verità la conosca bene. La storia del tuo lavoro da tuo padre è emblematica del tuo disagio. Lascia perdere le coppie mediatiche – tutto immagini, la vita è davvero un'altra cosa – e cerca di portare a termine la decisione di cambiare lavoro e costruirti un tuo percorso di vita. Credo però che dovresti consultare qualcuno perché non puoi elaborare le scelte che stai facendo da sola e un professionista esperto potrebbe farti vedere le ragioni della tua sofferenza ad una maggiore profondità.

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