
Counseling psicologico
risponde il dr. Vincenzo Masini
Ha sempre scelto di fare ciò che trovava giusto. Eppure, sente che le opinioni dei suoi familiari, e del suo partner, tolgono valore a ciò che è, ed a ciò che ha costruito. Solo lasciandosi veramente alle spalle ciò che non è stato, potrà raggiungere con soddisfazione i suoi obiettivi.
Per tutto c’è un prezzo
“Io non ho più la forza di reagire a questo mondo. Da sempre ho creduto che l'indipendenza e la determinazione fossero doti molto apprezzabili, e ho sempre cercato di renderle parte di me. Ma puntualmente la vita mi dimostra che solo con il mutismo la furbizia e la falsità e il servilismo si riesce a ottenere qualcosa. Cercherò di farti un breve riassunto della mia vita. Sono figlia unica di genitori abbastanza benestanti, ma mi sono sempre dovuta arrangiare, sì per scelta mia, ma ragazzi è dura da morire...vabbè, dicevo...a diciotto anni dopo il liceo linguistico mi sono trasferita a Bologna per frequentare l'università. I miei genitori ‘mi mantenevano’ ...ora ti dico per loro mantenere cos'è: mi pagavano l'affitto e l'università, e mi davano 50 mila lire a settimana (nel ‘93)per vivere, però riuscivo a farmeli bastare e anche a mettere via qualche soldino per i vestiti... puntualmente rinfacciati come troppi e inutili dai miei genitori... cioè della serie ‘per i vestiti e la pizza i soldi ce li hai!’. Puoi immaginare che un piccolo lavoro mi era indispensabile... da lì è iniziata la mia sfida visto che dal secondo anno di università pur di costringermi a tornare a casa da mamma e papà, loro, i miei genitori mi hanno iniziato a tagliare i viveri cioè a darmi 340 mila lire al mese accompagnate dalla frase… se torni a casa i soldi ci sono… ma se resti lì ti arrangi! Io ho accettato anche solo per orgoglio e per rimanere fedele alla mia scelta. Con questi soldi dovevo pagare 300 000 lire di affitto, le bollette. E il mangiare… naturalmente lavoravo, e questo piano piano mi ha portato ad allontanarmi dall’università fino a che un bel giorno i miei mi hanno detto ‘ormai ci hai fatto sprecare troppi soldi e non hai concluso niente ...ora non ti diamo più niente’ …e insieme a questa frase mi sono arrivate a casa, qui a Bologna tutte le mie cose rimaste dai miei… ma io li dovevo sempre riverire e andare a trovare, ma alla domanda… Posso contare su di voi la risposta era no, a meno che non torni a casa! E poi non possiamo proprio aiutarti materialmente! Da notare che ora vivono in un appartamento meraviglioso con una veranda enorme che dà sul golfo del Tigullio…con tanto di macchina di lusso… Vabbè ma d’altronde i soldi sono i loro. Nel frattempo io a Bologna mi innamoro di un uomo più grande di me. Giusto per cercare una sicurezza ma quest’uomo è il tipico Peter Pan innamorato degli amici e di se stesso e che vorrebbe che io lo aspettassi zitta zitta a casa… io a causa sua, anche se poi è stato utile a me, ho passato due anni in analisi (pagata da me) pensando di avere troppi problemi di gelosia e di senso dell’abbandono… ora sono qui in casa mia (ah vivo in un piccolo bilocale in centro pagato e sudato da me, e ho ripreso a studiare all’università credendo di poter contare in caso di bisogno su di lui, che mi ha sempre aiutato ma ora nonostante 5 anni di liti furibonde abbiamo deciso di vivere insieme o meglio lui mi ha fatto cercare la casa insieme, si è fatto aiutare a fare il trasloco e poi ora dice che non possiamo vivere insieme perché litighiamo sempre… e il mio sfogo è dovuto al fatto che non riesco a capire come si debba vivere! Ah per di più il consiglio dei miei è stato ...ma non hai ancora capito che lo devi lasciare? Tu gli fai comodo, tu hai paura di rimanere sola, però su di noi non puoi contare, ma se torni a casa Ah un’altra cosa io amo scrivere e in dieci anni ho provato a scrivere per qualche giornale e tv locale e ce l’ho fatta ma sempre senza essere pagata… ora come puoi ben immaginare ho dovuto smettere perché non si può mangiare con la gloria! E sai qual è stata la risposta del mio lui e dei miei …sei qui da dieci anni e guardati!! Non hai mai concluso niente, l’università non l’hai finita, non hai un lavoro che ti piaccia… non sei né carne né pesce… vedi le tue cugine che sono sempre attaccate alla gonnella della loro mamma? Loro sì che sono tranquille… mica tu! che non sai quello che vuoi… ora tutta la mia vita è stata scandita da paragoni con gente per me completamente inutile, che ho sempre disprezzato ma che hanno sempre ottenuto tutto con questo il lecchinaggio e la falsità… io non ce la faccio ma questo è solo un grandissimo difetto e non un pregio come ho sempre creduto… la vita me lo ha ampiamente dimostrato…
Ah la mia unica vera amica vive a 200 km da me e l’altra amica di Bologna non la sento più da quando le ho trovato 3 o 4 lavori che lei mi chiedeva ma che poi abbandonava perché tanto i suoi genitori le pagavano tutto… e io mi incazzavo per la sua mancanza di rispetto al lavoro… ma questa è un’altra storia se vuoi un giorno te la racconto… Dirai sei Sfigata! Beh comincio a pensarlo anch’io… e non so più che fare perché è facile dire sì, hai ragione la verità e la determinazione vincono su tutto …ma a quale costo? HO PAURA”
L.
Io credo che il problema, non affrontato nell'analisi perché è un problema educativo e non psicologico - almeno nel suo innesco, sia quello dell'orgoglio.
La persona orgogliosa, che come lo e sa di esserlo anche se lo chiama in altro modo, ha tutte le ragioni ed i diritti di esserlo e, se vuole, può rimanere tale per tutta la vita traendo dall'orgoglio la forza per stare sola e per autodeterminarsi anche pervicacemente.
La questione è che con l'orgoglio si ottiene la propria autostima, la libertà, i decondizionamenti ma non l'amore!
E se si vuole l'amore occorre fare scelte di umiltà.
Le due cose non possono stare insieme perché appartengono a due diversi universi di senso. Con l'orgoglio si ottiene l'indipendenza, la stima degli altri, le conferme della propria identità e della propria persona, con l'amore si ottiene nutrimento psicologico ed esistenziale, significati condivisi, fusione di identità, appagamento, etc.
Al negativo l'orgoglio produce solitudine, eccesso di vita mentale, ruminamento interiore, insoddisfazione, al negativo l'amore produce dipendenza, simbiosi, perdita dei confini del sé...
Come vede per tutto c'é un prezzo.
Il suo eccesso di intransigenza nei confronti dei suoi genitori è sicuramente motivato dal ricatto affettivo che loro hanno sempre esercitato su di lei, le veniva chiesto però abbastanza poco, forze ‘un poco di umiltà’. Vede l'umiltà è anche furbizia giacché non è detto che per essere umili occorra essere anche sinceri! Anzi! Spesso per essere umili occorre essere un po’ falsi!
Cioè saggi. Di una falsità non menzognera o infida, ma pratica e tollerante dei limiti altrui come lo si è dei propri limiti.
La lunga analisi che ha fatto non ha portato a nulla se non è arrivata ad avere un qualunque punto di incontro con due persone importanti per la sua vita come i suoi genitori. Non sto dicendo né che lei debba fare alcun ‘mea culpa’, né che debba tornare come ‘il figliol prodigo’, ma solo accettare senza drammi i loro punti di vista facendo poi le sue scelte, come del resto ha sempre fatto, e ‘umilmente’ diventare invulnerabile alle loro squalifiche. Ma li lasci dire! Che gliene importa!
Tenga a freno l'orgoglio e non reagisca nel suo solito modo autodistruttivo. Impari a prendere e a prendersi un po’ in giro, con simpatia e tolleranza.
Così, acquisita maggior pace, potrà davvero, senza tensioni, raggiungere gli obiettivi che si è prefissa nella sua vita, finalmente e meritatamente.
Cordialmente
Masini
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