
Counseling psicologico
risponde il dr. Vincenzo Masini
Padri e figlie, rapporti da chiarire
Il padre la picchia. Lei ha 26 anni. Sa che il padre ha reazioni violente, ma non riesce a resistere ad opporglisi. Poi... lo picchia anche lei. Ma dove sono le radici del conflitto?
"Egregio dr. Masini, sono una ragazza di 26 anni, Le scrivo perché oggi per la prima volta sento il bisogno quasi fisico di sfogarmi con qualcuno che possa ascoltarmi e capire quello che dico, perché esperto della materia, per così dire. Io lavoro con i miei genitori da 5 anni ormai, e come spesso accade ho un rapporto piuttosto conflittuale con uno dei due, mio padre. Siamo due istintivi, forti e cocciuti, sempre convinti delle nostre opinioni, anche quando sono sbagliate... Ma naturalmente lui resta il mio capo e, come dice lui, quando mi dice di stare zitta, dovrei farlo. Questa mattina stavamo contrattando un'eventuale pagina pubblicitaria per un giornale, e tra una cosa e l'altra siamo giunti a discutere animatamente davanti alla giornalista. Per farla breve poi ci siamo spostati in un'altra stanza e lui infuriato con me e con la mia 'presunzione di saperne sempre più di lui' ha cominciato a darmele di santa ragione, calci sberle e quant'altro... io che non sono più una bambina e che inoltre ho uno spirito piuttosto coraggioso e istintivo come lui, rispondevo dalla mia con altre botte e tirandogli dietro quello che mi capitava. Il tutto tra lo stupore delle dipendenti che ad un certo punto sono intervenute per aiutarmi fermando mio padre. Ora, mi rendo conto che può sembrare una scena assurda, folle, ma il fatto è che quando mio padre si infuria x qualcosa (ed in questo caso aveva in parte ragione) vedendo che con le parole non riesce a farmi smettere di parlare, decide di passare alle mani, un mezzo che lui evidentemente ritiene più chiaro, lampante. Non è la prima volta che accade una cosa del genere, ma forse oggi abbiamo raggiunto il meglio del peggio... So per certo che questi suoi scatti sono provocati da una sorta di consapevolezza di non potermi 'battere' con l'oratoria, per il fatto che, non avendo studiato come me, non ce la farebbe. Il problema è che ora che sono cresciuta mi capita di rispondere alle sue offensive difendendomi come meglio posso, e a volte ho come il timore che il tutto possa degenerare. Che posso fare? Come posso evitare di arrivare a questi eccessi? In realtà credo di conoscere già le risposte. Non esiste rimedio alla sua rabbia, esiste forse la prevenzione, evitare cioè di irritarlo al punto di scatenare in lui queste reazioni. Mi rendo conto che in teoria in certi casi ha ragione, e sono io ad esasperarlo volendo ottenere la ragione a mia volta, ma ciò che contesto e che non capisco è l'impossibilità di discutere civilmente, tenendo a freno questa forma di sfogo violento. C'è qualche metodo per fare ciò? Francamente non credo, anche perché fargli capire che questo suo modo di fare è pazzesco è impossibile, non lo ammetterà mai. O comunque dirà sempre che è colpa mia o di mia madre. Forse le cose che le ho scritto erano più uno sfogo, una confessione rivolta a me stessa. Comunque mi auguro che nel leggerle non si scandalizzi o si preoccupi, io a mio padre voglio bene malgrado tutto, e cerco di capirlo pur non giustificandolo. La ringrazio dell'ascolto e del tempo che le ho rubato. Cordiali saluti". M.
Cara M., mi scrive e poi alla fine si scusa dicendo che era uno sfogo... e che non mi debbo spaventare... come se tirasse il sasso e nascondesse la mano.
E forse questo suo modo è lo stesso che usa con suo padre, lo provoca e poi fa finta di non averlo fatto.
In ogni caso la situazione non è buona, non solo per figure (brutte) fatte con i dipendenti ma per la qualità di un rapporto padre figlia che deve essere reimpostato su altre basi collaborative e non conflittuali.
Anche perché c'è in gioco molto di più che il rapporto in azienda.
La sua stessa identità di ragazza che deve costruirsi un mondo di relazioni affettive chiare e costruttive può essere inquinata da questo rapporto se rimane non risolto.
Credo che dovrebbe affrontarlo con la dovuta attenzione.
Cordialità
Masini
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