Immagine Counseling psicologico

risponde il dr. Vincenzo Masini

Imparare ad ascoltare l'ansia

"Salve Dottore, da un mese a questa parte, dopo aver trovato finalmente un lavoro che mi piaccia, durante lo svolgimento delle mie mansioni in ufficio mi colpisco fortissimi colpi d'ansia, dolori addominali, mal di testa e confusione mentale che si ripercuotono per il resto della giornata. La cosa che più mi irrita è il fatto di non riuscire a capire il motivo di tali malesseri. Ogni tanto penso che questi stati d'ansia provengano da dei piccoli problemi in famiglia, riguardanti i miei genitori, e dai frequenti litigi e incomprensioni con la mia ragazza, ma poi non riesco a collegare queste cose con i miei stati d'ansia e mi sento ancora più male. Con la mia ragazza stiamo assieme da quasi 2 anni e da 9 mesi a questa parte non riesco a capire qui quello che mi vuole dire, quando mi parla mi confondo e non riesco a seguire il discorso, non so rispondergli e quindi litighiamo. Ogni volta che gli spiego che sono in questo stato lei insinua che non la amo più e che penso ad altre ragazze (una specie di fobia che mi ha contagiato lei ripetendomi, ogni volta che usciamo a farci una passeggiata, che io guardo le altre ragazze) all'inizio non era assolutamente vero poi non capisco perché ma il mio cervello fa per conto suo e mi "casca l'occhio" per così dire. Quasi ogni volta che ci vediamo litighiamo anche per sciocchezze, io mi sento in colpa perché ci tengo molto a lei, mi sento malissimo e mi viene l'ansia. Secondo lei che cosa mi sta succedendo, tenendo conto che un anno fa ero molto più ricettivo, attento e calmo, perché ora sono così? Nel scusarmi se non sono stato molto comprensibile (sto scrivendo in stato d'ansia) la ringrazio anticipatamente, cordiali saluti" S.

Una delle caratteristiche degli ansiosi è quella di essere infastiditi per la stessa ansia...
Un po' come lei. Come se le pulsioni che provengono dal suo inconscio siano questioni del tutto secondarie e irritanti.
"Come mai non sono perfetto come lo scorso anno?", "Come mai sto male?", "Che cosa mi succede?"...
E, ponendosi queste domande gli ansiosi non prendono mai in considerazione il fatto di essere esseri umani con l'obbligo, nel vivere, di affrontare, come tutti, i grandi problemi della vita e dell'esistenza.
Ci sono molte cose che la interrogano sulle sue scelte e sul suo orientamento di vita, emozioni che si affacciano e che in genere sono state represse o accantonate, sentimenti non presi in considerazione che urgono e chiedono spazio.
E non c'è una medicina (tranne le pillole che producono maggiori problemi di quanti ne risolvano, in genere prescritte da persone che usano le pillole per gli stessi problemi dei loro pazienti), è il momento di guardarsi profondamente dentro.
Forse con la sua ragazza che non si accontenta più di quello che lei le da e che mi sembra non sia fobica ma realista nel suo desiderio di avere un uomo con cui guardare in modo più attento la vita.
Cordialmente, Masini



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