Immagine Counseling psicologico

risponde il dr. Vincenzo Masini

La mamma è sempre la mamma?

Una madre violenta, una figlia disperata che fa appello alle proprie forze per evitare una tragedia. C'è sempre un'altra storia, dietro ogni storia.

"Sono cresciuta con una madre violenta che mi umiliava ogni volta che poteva, una madre che non voleva che avessi amici né alcun legame esterno a lei. Una sera mi ha quasi ucciso così sono fuggita di casa (portandomi dietro la mia sorellina) e a fatica mi sono ricostruita una vita. Sono passati 4 anni da allora ma l'incubo non é finito: mi segue dappertutto, mi ha creato problemi a scuola poi sul lavoro fino ad essere cacciata e mi sono ritrovata ad essere fastidiosa anche per i miei vicini di casa che non accettavano il fatto che non volessi parlarle solo perché altrimenti avrebbe proseguito a citofonare, urlare, chiamare anche loro. Mi si ripete in continuazione: 'ricordati che di mamma ce n'é una sola' e 'la mamma è la mamma'. So che mia madre ha come per dire l'obiettivo di distruggerci per farci capire che senza di lei non possiamo viver. L'ho denunciata tante volte ma nulla è cambiato; ho cambiato casa, lavoro e mi ritrovo con un'angoscia nel cuore di esser scoperta e dover ricominciare e tutto daccapo! È una fatica giornaliera guardarmi alle spalle in continuazione... 'altra sera l'ho ritrovata ad attendermi sulla strada, è stata una casualità ma la rabbia è esplosa (era andata anche a trovare mia sorella sul suo posto di lavoro ma per fortuna non l'hanno fatta passare): avrei voluto farla fuori, urlare, una rabbia accecante, un desiderio di sopravvivenza fatto di 'o lei o io'! Mi sono avvicinata ma qualcosa mi ha bloccato e sono corsa via. So che non posso guardarmi alle spalle tutta la vita per difendere quel poco che ho costruito, so che affrontarla non serve, so che sono al limite dei miei nervi e so che le maniere civili (parlare,...) non servono con lei. Non so più cosa fare per liberarmi di lei in modo civile. Sento tanta di quella cronaca nera che a volte riesco a capire la disperazione che può raggiungere un figlio/a con un genitore. Quando fui assistita dall'assistenza sociale ai tempi della mia uscita di casa, mia madre fu costretta a seguire una terapia psicologica ma lei dopo due sedute non si presentò più perché diceva che non era pazza e al richiamo dell'assistente sociale é arrivata ad aggredire persino questa. Ha manie di persecuzione, litiga prima o poi con tutti, é una persona infida e pericolosa ed io ho paura non solo di lei, ma anche di me perché sono consapevole della rabbia che ho accumulato, le angosce, l'umiliazione... non penso al suicidio, ma a trovare qualcosa di civile per liberarmi di una tale persona. Cosa posso fare? Grazie" G.

Non le ho risposto fino ad oggi perché non so davvero cosa dirle. Ho letto numerose volte la sua lettera per vedere se trovavo qualche appiglio che mi consentisse di intravedere in lei qualche processo scatenante le reazioni di sua madre. Ma la sua lettera, pur disperata, mi sembra obiettiva. E credo che i servizi psichiatrici della sua zona dovrebbero in qualche modo intervenire per prevenire qualche possibile tragedia. Vedo nell'atteggiamento di sua madre il tratto ossessivo di chi vuole essere accettata a tutti i costi e questa è sicuramente l'origine del suo dramma che mette in moto paradossalmente il costante rifiuto verso di lei. Ciò che nella lettera non è menzionato è la presenza di uomo nella vostra famiglia. A volte i maschi riescono ad avere una funzione regolativa e di opposizione verso tratti maniacali o isterici, in ragione della maggior concretezza (o rozzezza) di cui sono portatori. Non mi ha dato informazioni in questo senso e non so davvero cosa aggiungere o consigliare se anche i servizi sociali non hanno sortito alcun effetto per rendere meno drammatica la sua condizione.
Cordiali saluti
Masini


L'amore è un'altra cosa

Conosciamo davvero chi amiamo? Scopre che la sua ragazza ha una 'relazione' con il suo ex psicanalista. Vale la pena di lottare per questo amore?

"Gentile dr. Masini, sono un ragazzo di una cittadina del nord Italia, mi rivolgo a Lei in un momento di grande sconforto. Da alcune settimane ho scoperto che la mia amata ragazza ha iniziato una 'relazione' con il suo ex psicanalista. Mi spiego meglio, circa un mese fa ha interrotto la terapia che durava già da alcuni anni poi ha cominciato a frequentare di notte il suo psicanalista. Quando le ho chiesto spiegazioni mi ha detto che sta cercando semplicemente un aiuto e lui è disponibile. Ora lei ha deciso di mettere in pausa il rapporto con me, mi chiede di 'esserci senza esserci', dice che è confusa ma non vuole che io sparisca... Cosa posso fare? tra loro ci sono 30 anni di differenza, devo lottare per questo amore? e in che modo? Help me please!" Lettera firmata Ma che lottare! se ne vada via contento di aver scoperto per tempo che razza di ragazza è la sua... Se ciò che mi dice è vero, e se la ragazza ha messo lei in stand by, del vero c'è! Forse non nel senso che lei pensa... mi sembra strano, infatti, che un collega anziano caschi in una trappola erotica così sciocca. Se ciò fosse vero occorrerebbe esprimere una chiara critica verso di lui, ma lanciare un forte segnale sulla pericolosità psicologica della sua ex-ragazza. In grado di sedurre un anziano psicoanalista! La posizione dell'esserci senza esserci è uno dei giochi più perversi del mondo... giacché tiene in gioco senza esserci lei. Un modello mentale opportunista di questo tipo è in grado di rovinare una vita intera.
Stia attento, prenda la palla al balzo, scappi e soffra.
Domani sarà contento per essersi salvato la vita.
L'amore è un'altra cosa.
Masini

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