Musica, scienza e conoscenza

“Le cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare”: si tratta dell’attacco del celebre brano musicale del 1974 “Ci vuole un fiore”, testo di Gianni Rodari, musiche di Luis Bacalov e Sergio Endrigo, che ne è anche l’interprete. Un trio di giganti, che da solo spiega perché questa canzone sia così amata da grandi e piccoli ancora oggi. Ma torniamo a quei primi versi: poche, semplici parole che colgono tutto lo stupore del mondo che solo la curiosità dei bambini (e di qualche diversamente-adulto) riesce a far vivere. Un anelito di conoscenza che somiglia molto a quello degli scienziati, dei ricercatori: nel gioco, nella sua gioiosa e continua ripetizione, può risiedere la comprensione più autentica.

“La matematica, ad esempio, ci dà occhi diversi per guardare il mondo che ci circonda e cogliere a un livello più profondo l’armonia e la bellezza delle cose, magari osservando le sorprendenti geometrie nascoste nelle forme di un fiore o le relazioni e gli intrecci fra gli elementi all’interno di un brano musicale”, dice Fabio Chiarello, divulgatore e ricercatore dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie (Ifn) del Cnr. “Questo modo di guardare la realtà oltre la superficie, caratteristico del pensiero scientifico, risulta indispensabile in un mondo sempre più articolato e complesso e deve essere incoraggiato e coltivato, soprattutto nei giovani e nei bambini. Un approccio basato sul gioco può essere molto utile in questo senso, poiché favorisce la partecipazione e il coinvolgimento in un ambiente fortemente motivante e adatto alla sperimentazione, dove potersi mettere in gioco e imparare dai propri errori senza timori. Questo tipo di approccio è sempre più studiato e utilizzato anche nel mondo giovanile e adulto, con eccellenti risultati, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo delle cosiddette ‘competenze trasversali’”.

Un altro importante aiuto per lo sviluppo di tali competenze può venire dalla musica, dal suo studio e dal suo ascolto. “Può essere sorprendente lo stretto legame esistente fra musica, matematica, tecnologia e pensiero scientifico e quanto la musica possa essere un mezzo per coltivare anche questi aspetti apparentemente così lontani”.

A tale proposito, si può citare il progetto “Sound & Light Project”, sviluppato nell’ambito di un Pcto (Percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento) in collaborazione con il Cnr-Ifn di Roma e con il supporto del progetto europeo Phablabs 4.0,.al quale Chiarello ha partecipato insieme agli studenti del Liceo musicale A. Manzoni di Latina e che illustra: “Il progetto ha coinvolto ventidue studentesse e studenti fra i 16 e i 17 anni, fortemente motivati nel campo della musica e potenzialmente futuri professionisti in questo settore come musicisti, insegnanti e tecnici. Agli studenti è stata lanciata una sfida: modificare una serie di strumenti musicali utilizzando tecnologie di fabbricazione digitale come stampa 3D, taglio laser, Arduino, e fotoniche come Led e laser). L’obiettivo era duplice: da un lato collaborare per la realizzazione di un ‘Concerto fotonico’ in cui utilizzare tutti gli strumenti musicali modificati, dall’altro gareggiare separatamente con le proprie realizzazioni all’interno della ‘Photonics Challenge’, una competizione europea per ‘inventori’. Lo scopo formativo era coinvolgere e immergere i ragazzi in tutti gli aspetti del progetto, cercando di stimolarne le diverse passioni e i diversi interessi personali. Sono nati così Light String (un archetto per violoncello), Light Guitar (un bracciale per chitarrista), Light Drums (un tamburo), che si illuminano e cambiano colore seguendo i movimenti dei musicisti. E anche Magic Dress, un abito da concerto che si illumina alla voce della cantante che lo indossa, e Sound Drawer, un proiettore luminoso che trasforma il suono della voce di un cantante in disegni geometrici”.

Con questi strumenti gli studenti hanno realizzato il suggestivo “Photonics Concert”, un piccolo concerto basato su musica e luci, che è stato ripetuto in diverse occasioni, come nella Notte della ricerca 2019 nell’Area della ricerca del Cnr di Tor Vergata, a Roma. I progetti sono stati anche presentati alla Maker Faire di Roma 2019. “Magic dress” è inoltre risultato il vincitore della “Photonics Challenge”, nella categoria studenti e il gruppo vincitore, costituito da cinque ragazze, ha potuto presentare il proprio progetto alla Maker Faire Barcelona 2019.

“Anche in questa occasione gli studenti sono stati i veri protagonisti, illustrando al pubblico i propri progetti all’interno di uno stand dedicato. È stata un’esperienza intensa, in cui gli alunni sono stati direttamente coinvolti come progettisti, costruttori, organizzatori, concertisti e divulgatori, e hanno utilizzato competenze tecnologiche, scientifiche e trasversali molto importanti per il loro futuro, lavorando inoltre in un campo in grado di accendere la loro passione e l’entusiasmo. Un’esperienza interessante, con un’insolita miscela di musica, scienza, tecnologia e gioco, che ha portato a un suggestivo risultato artistico e a un importante impatto sulla formazione dei ragazzi coinvolti” conclude il ricercatore del Cnr-Ifn.
Fonte: Almanacco della Scienza – CNR
Per saperne di più: Almanacco della Scienza

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