Menopausa, più informazione e meno farmaci

Oltre il 90% delle donne ritiene che la menopausa sia una fase normale della vita e circa il 30% afferma che si tratta di una buona esperienza. A pensarla così sono soprattutto le donne in menopausa e post-menopausa, cioè coloro che hanno già vissuto l’esperienza in prima persona. 

Solo la metà delle intervistate, ha ricevuto informazioni sulla menopausa e circa un terzo sulla terapia ormonale sostituita (Tos). Vampate, sudorazioni e irritabilità sono i disturbi più spesso associati alla menopausa. Sono questi alcuni dei risultati di un’indagine conoscitiva coordinata dall’ISS e finalizzata alla rilevazione delle conoscenze, atteggiamenti e pratica delle donne rispetto alla menopausa e alla terapia ormonale. L’indagine, che si è svolta nell’ambito del progetto “ConMe” (Conoscere la Menopausa), è stata illustrata dettagliatamente nel corso del convegno Terapia ormonale post-menopausale e informazione alle donne: risultato di un percorso di ricerca, organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, tenuto all’ISS.

Come nel 2008, quando, in occasione della preparazione della Conferenza di Consenso Quale informazione per la donna in menopausa sulla terapia ormonale sostitutiva, era già stata realizzata un’indagine analoga, le donne riferiscono di aver ricevuto informazioni su menopausa e terapia ormonale in percentuali contenute (rispettivamente 50% e 34%). Sono invece aumentate le informazioni sulla menopausa che le donne hanno ricevuto dai professionisti sanitari (78% rispetto a 69%) e diminuite quelle veicolate dai media (58% rispetto al 72%). Nelle ASL di intervento le informazioni fornite dagli operatori sanitari su menopausa e terapia ormonale sono state offerte più frequentemente in modo attivo rispetto alle ASL di controllo dove le donne le hanno dovute chiedere spesso personalmente.

Tra le differenze registrate nelle Asl intervento rispetto a quelle di controllo è importante la maggiore proporzione di donne che riferiscono di aver ricevuto informazioni sulla menopausa (54% contro 41%) e sulla terapia ormonale (44% contro 35%) già in fase pre-menopausale. Un’altra buona notizia riguarda la riduzione, rispetto al 2008, della percentuale di donne che riferisce di aver ricevuto informazioni contrastanti sulla terapia ormonale, proporzione che tuttavia riguarda ancora il 44% delle intervistate rispetto al precedente 57%. Le donne che hanno ricevuto maggiori informazioni, sia nelle ASL di intervento che di controllo, sono quelle con un livello di istruzione pari o superiore alla media superiore, quelle già in menopausa/post-menopausa e quelle che riferiscono di frequentare i consultori familiari che si confermano quali servizi strategici per la promozione della salute. Come atteso, le donne che hanno sentito parlare del progetto “ConMe” risultano meglio informate su menopausa e terapia ormonale, tuttavia il breve tempo intercorso tra l’attivazione dell’offerta attiva nelle asl intervento e la realizzazione dell’indagine non ha permesso di rilevare differenze sostanziali tra ASL di intervento e ASL di controllo.

“I dati del nostro studio – spiega Serena Donati, ricercatrice dell’ISS a capo dell’indagine- in linea con quanto emerso da altri dati in letteratura, dimostrano come le competenze delle donne sull’argomento menopausa e farmaci, e conseguentemente i processi decisionali in merito all’eventuale ricorso alla terapia ormonale, potrebbero enormemente giovarsi di un’informazione offerta attivamente a tutte le donne in epoca pre-menopausale. L’aumento della proporzione di donne che, nelle Asl intervento rispetto a quelle di controllo, riferiscono di aver ricevuto informazioni offerte attivamente e in periodo pre-menopausale dai professionisti sanitari – prosegue l’esperta – e che le giudicano positivamente in termini di qualità percepita, sembra un risultato dell’investimento effettuato con il progetto “ConMe”. Tuttavia ancora troppe donne giungono alla menopausa senza un’informazione adeguata alle loro necessità e persistono ancora bisogni inevasi di maggiori approfondimenti a fronte di conoscenze insufficienti, non sempre coerenti e talvolta ottenute da fonti non qualificate”.

Diminuisce il consumo dei farmaci
In conformità con la riduzione del consumo di farmaci ormonali in menopausa, registrata dall’Osservatorio OsMed in Italia, anche nell’ indagine dell’ISS si rileva una riduzione nei consumi che, nel campione intervistato nel 2011, risulta maggiore tra le donne residenti nelle ASL di intervento rispetto a quelle di controllo. Tra le donne in menopausa/post-menopausa, poco meno di due donnea su 10 hanno fatto ricorso alla terapia ormonale nell’arco della lorosua vita, per lo più per la cura dei sintomi vasomotori. Le donne che hanno riferito di aver assunto la terapia ormonale a scopo preventivo (per la prevenzione di disturbi cardiovascolari e demenza senile), nonostante tali indicazioni non siano raccomandate, sono più spesso residenti nelle ASL di controllo rispetto a quelle di intervento.
Più nel dettaglio, i dati OsMed elaborati dal reparto di farmaco epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità descrivono una riduzione delle prescrizioni a carico del SSN dei farmaci usati nella terapia ormonale in menopausa. Dal 2000 al 2010, i consumi sono passati da 30 dosi giornaliere ogni mille abitanti (DDD) a 15 DDD, con una variazione media annuale pari a -5,4%. Da questi dati si può stimare che nel 2010 in Italia oltre 300mila donne sono state trattate con la terapia ormonale in menopausa. L’intensità d’uso (espressa come numero di giornate di terapia nel corso di un anno) è generalmente in linea con le indicazioni di tali farmaci, e ha un range che va da 120 a circa 200 giornate.
A livello regionale, la prescrizione nel 2010 è stata abbastanza eterogenea in termini di quantità, variando da 9 DDD del Molise a 25 DDD della Val d’Aosta (una differenza di circa il 180%). Gli estrogeni sono la categoria terapeutica che fa rilevare nel periodo 2000-2010 la riduzione più marcata, passando da 20 a 7 DDD (-9,3% di riduzione media annuale), anche per i progestinici la prescrizione diminuisce in misura consistente dimezzando il proprio valore, mentre le altre categorie rimangono sostanzialmente stabili. La quota di acquisto privato da parte delle donne, dei farmaci in classe A, incide nel 2010 per circa il 18%.

Cosa dicono le “raccomandazioni”
La terapia ormonale va riservata, secondo quanto raccomandato nella Conferenza, alle donne che sono in menopausa precoce, lamentano vampate di calore, sudorazioni e risvegli notturni che percepiscono comeimportanti, persistenti e in grado di compromettere la qualità della loro vita;vivono la menopausa in modo negativo e desiderano assumere la terapia. La secchezza vaginale e il dolore nei rapporti sessuali non sono indicazione a una terapia ormonale per via sistemica e dovrebbero essere trattati con preparati topici che risultano efficaci (creme, gel, ovuli vaginali).

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