Gianni Maroccolo e il “disco perpetuo”

Dopo la gelida tundra e le profondità dell’abisso, è giunto il tempo di attraversare la melmosa palude. L’animale-simbolo scelto per questo terzo capitolo è la libellula, figura dal forte significato simbolico. Questo insetto leggiadro ed elegante, il cui habitat naturale è la palude, nella cultura occidentale è emblema di equilibrio, pace e libertà. Gianni Maroccolo, esce per Contempo Records ALONE Vol. III, nuovo episodio del suo “disco perpetuo”, con le illustrazioni di Marco Cazzato e i racconti di Mirco Salvadori e Nina Maroccolo

Dopo la gelida tundra e le profondità dell’abisso, è giunto il tempo di attraversare la melmosa palude.

Esattamente un anno dopo l’uscita del primo capitolo, esce per Contempo Records Alone vol. III, nuova tappa del “disco perpetuo” di Gianni Maroccolo: un progetto musicale che andrà avanti all’infinito (con due release l’anno, il 17 dicembre e il 17 giugno).

Anche questo album è accompagnato dalle splendide illustrazioni, tra cui l’artwork di copertina, dell’artista visivo Marco Cazzato e dai racconti immaginifici dello scrittore e critico musicale Mirco Salvadori. La post-produzione sonora e il mastering sono affidati a Lorenzo “moka” Tommasini, mentre la supervisione è di Alessandro Nannucci, aka il Tozzo.

Palude è il sottotitolo di questo terzo volume, che affronta un tema difficile ed estremamente sensibile: quello della violenza contro i più deboli, in particolare donne e bambini.

Due gli artisti ospiti: l’autore e compositore Luca Swanz Andriolo e Nina Maroccolo, che ispirandosi al tema del disco ha scritto “Non possiedo nome eppure m’invadono tutti”. Un testo che viene recitato da Andriolo in alcuni punti dell’album, facendo scaturire una meditazione introspettiva e di rara impatto emotivo.

L’animale-simbolo scelto per questo terzo capitolo è la libellula, figura dal forte significato simbolico. Questo insetto leggiadro ed elegante, il cui habitat naturale è la palude, nella cultura occidentale è emblema di equilibrio, pace e libertà. Nata come larva nel fondo fangoso di uno stagno, la libellula riesce ad evaderne, trasformandosi in un animale alato in grado di elevarsi da terra. La libellula rappresenta dunque la trasformazione, la ricerca della verità e la transizione dall’infanzia all’età adulta.

La violenza si manifesta in vari modi: fisica, sessuale, psicologica, economica. Chi commette volontariamente atrocità verso chi non è in grado di difendersi è assimilabile a una larva intrappolata in un’oscurità profonda. Difficilmente riesce a fuggire da quell’abisso, a cambiare e spiccare il volo, talvolta non lo vuole neppure.

Il desiderio di vendetta delle vittime è comprensibile ma, come affermava il Mahatma Gandhi, “occhio per occhio, e tutto il mondo diventa cieco”.

Il nostro destino dovrebbe essere quello di Vedere: spesso però siamo imprigionati in noi stessi, stimolati a diventare quelle larve umane immerse nella palude che descrive il Volume III, bloccati come i corpi in fondo al mare narrati nel Volume II o come il solitario bue muschiato perso nella tormenta del Volume I. Questa prigionia, questa tentazione verso il buio e il negativo sono i tratti che legano i tre volumi pubblicati fin qui. Marok li mette in musica per trasformarli in un inno alla Vita, non più alla sua negazione.

La vita della libellula è caratterizzata da due stadi distinti, seppur connessi tra loro: quello di larva e quello di insetto alato. Ecco perché anche il Volume III è suddiviso in due parti (The Slash e Catene), come due movimenti di un’opera anticipati da una breve ouverture (Storia di Loletta, il cui video ha anticipato l’uscita del disco).

Alone vol. III è una sorta di “piccola opera musicale moderna”, che vive e si sviluppa senza soluzione di continuità, come accade nella musica sinfonica e/o in quella elettronica di inizio ’900 o nel minimalismo degli anni ’70/’80.

Era lo strappo, la caduta sul duro pavimento, il primo calcio ricevuto, il dolore atroce, i capelli usati come si usa una corda per trascinare la bestia al macello, erano le bestemmie seguite dal rumore sordo della porta che sbatteva dietro le sue spalle per una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, diecimila volte! Era la tenebra della disperazione nella quale riecheggiava il rumore sordo di un primo pugno allo stomaco.

(Mirco Salvadori)

TRACKLIST

LATO A
Storia di Loletta (4’01”)
The Slash (20’59”)

LATO B
Catene (24’07”)

Tutte le composizioni sono di Gianni Maroccolo.
Testo recitato di Nina Maroccolo.

BIOGRAFIE

GIANNI MAROCCOLO

Nasce in Toscana nel 1960, trascorre l’infanzia in Sardegna e si stabilisce a Firenze nei primi anni Ottanta. Studia contrabbasso, musica elettronica e fonologia al Conservatorio e fonda i Litfiba con Piero Pelù, Ghigo Renzulli, Antonio Aiazzi e Ringo De Palma. Nel 1990, produce Epica, Etica, Etnica, Pathos, l’ultimo album dei CCCP. nel 1992, con Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Giorgio Canali, Francesco Magnelli, fonda il Consorzio Suonatori Indipendenti (C.S.I.). Parallelamente, nasce il Consorzio Produttori Indipendenti. Nel 2001, i C.S.I. si evolvono nei PGR. Nel 2004, pubblica l’album solista “A.C.A.U. – La nostra meraviglia”, con i contributi di Battiato, Pelù, Raiz, Consoli, Donà, Jovanotti, Agnelli e altri. Si unisce ai Marlene Kuntz per due album e un tour. Partecipa a diversi progetti paralleli: sonorizzazioni (con i Masbedo, sopra tutti), il quintetto sperimentale Beautiful (con Howie B), un’etichetta indipendente d’arte (Al-kemi Lab). Con Claudio Rocchi compone e produce “vdb23”. L’album genera il tour “Nulla è andato perso”, documentato dall’omonimo triplo vinile (disco dell’anno 2017 per Classic Rock). Fa parte dei Deproducers, assieme a Vittorio Cosma, Max Casacci e Riccardo Sinigallia. Con loro realizza sonorizzazioni di conferenze scientifiche e colonne sonore. Nel corso della sua carriera si è dedicato anche a innumerevoli produzioni artistiche, ha composto numerose colonne sonore per cinema e teatro e ha svolto diverse attività didattiche. Il progetto più recente è “Alone”: un album “perpetuo” suddiviso in capitoli pubblicati con cadenza semestrale.

MIRCO SALVADORI

Mirco Salvadori nasce e vive a Venezia. È DJ e conduttore radiofonico indipendente dai primi ’80 fino alla fine del primo decennio del 2000. Assieme a Massimo Caner crea lo storico programma radiofonico “Nocturnal Emission”. Critico musicale (area elettronica, di ricerca, raramente rock), collabora dal 1983 con il mensile Rockerilla, dove cura anche una pagina sul suono in modalità Creative Commons, scaricabile gratuitamente e legalmente. Scrive come freelance per web-zines musicali come Sherwood.it/Diserzioni, è co-owner e art-director delle etichette digitali indipendenti Laverna e Falerna. Libero scrittore, ha pubblicato racconti e articoli sul blog letterario collettivo Nazione Indiana e sulla rivista internazionale SUD. Nel 2016, pubblica la sua prima raccolta intitolata “Hazkarà” (13_Silentes) con l’apporto musicale di Gigi Masin e le fotografie di Stefano Gentile e Monica Testa. Un racconto scritto a quattro mani assieme a Francesco Forlani appare nella raccolta “Deaths in Venice” curata da Laura Liberale per Carteggi Letterari. In uscita con una nuova incursione letteraria in compagnia di Francesco Forlani all’interno del progetto poetico “Inside-me” ideato e curato da Laura Liberale

MARCO CAZZATO

Marco Cazzato nasce nel 1975. Vive e lavora a Torino. Collabora, negli anni, con La Stampa, Tuttolibri, Einaudi, Corriere della Sera, Il Sole 24Ore, GRRRz Comic Art Books, Slow Food, Penguin Random House, Linus, Sony, Baldini Castoldi Editore, ANIMAls Coniglio Editore, Torino Film Festival, Stresa Festival, Teatro Metastasio e molti altri. Nel 2010 esce per Grrrzetic Editore il suo libro Mood, un’antologia ragionata sugli stati d’animo. Nel 2016 il suo ultimo libro Album per GRRRz Comic Art Books. Tra le collaborazioni in ambito musicale ha realizzato le copertine dell’album “Canzoni per un figlio” dei Marlene Kuntz , di “C’eravamo abbastanza amati” di Luci della centrale elettrica e “Alone” di Gianni Maroccolo. Sempre per i Marlene Kuntz, ha curato il video “Il Partigiano” per la regia di Flavio Nani, mentre per Gianni Maroccolo ha curato insieme a Michele Bernardi il video in animazione de ” l’ Altrove”. Ha realizzato inoltre manifesti e curato l’immagine per molti eventi, tra i quali il Torino Film Festival 2011 e per La Traviata di Giuseppe Verdi e Tosca di Giacomo Puccini per la Stagione lirica di Spoleto 2012 e 2013, Guido Catalano Tour e molti altri. Best Illustrations European Newspaper Award 2014. Gold Medal ( editoria e periodici) Annual Autori di Immagini 2015.

ALESSANDRO NANNUCCI

Alessandro Nannucci, universalmente noto con il soprannome di Tozzo, nasce a Firenze l’otto febbraio dell’anno in cui l’Arno strabocca. Inizia a occuparsi di musica estrema nel 1982, lanciando la fanzine “Molten Metal”, che si occupa di Thrash Metal, Hardcore, Crossover, Punk. Questa avventura editoriale prosegue per due anni e pubblica sette numeri, diventando anche un programma radiofonico. Nel corso del tempo, si trasforma in una casa discografica ancora in vita a Londra, la seconda casa di Tozzo. Alla fine degli anni ’80 lavora come roadie al seguito di artisti come Joe Cocker, Miles Davis, Andy Summers, Zucchero e altri. Nel 1991 inizia a lavorare per Contempo International, che abbandona dopo un paio d’anni per specializzarsi nelle ristampe in vinile di marchi come Get Back, ESP-Disk ed Earmark. Di quest’ultima etichetta (creata in joint veture con Sanctuary) rimane label manager fino alla fine. Parallelamente, si occupa anche di management. Dopo una parentesi di vita a Praga, rientra a Contempo circa cinque anni fa e fa ripartire la casa discografica assieme a Giampiero e Marco Barlotti. Il resto lo sapete.

Ascolta qui Alone vol. III: https://backl.ink/105461527

Guarda il video: https://youtu.be/tQLX_xSM8mY

Info web:
www.facebook.com/giannimaroccolo.official/

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