La ricetta della longevità

Nel 1934 nasce Sofia Loren, il cui fascino allo scoccare dell’ottantesimo compleanno è ancora intatto. E, come le sue colleghe e coetanee Brigitte Bardot e Shirly MacLaine, ancora attiva e impegnata professionalmente. Donne in piena forma, come tante ottuagenarie meno famose. Ma qual è il segreto di una buona vecchiaia? “Sono tre i fattori determinanti per la longevità: i geni che ereditiamo, l’ambiente nel quale viviamo e che possiamo almeno in parte modificare, e… una buona dose di fortuna”, spiega Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica (Irgb) del Cnr di Monserrato (Ca). 

Nel 2014 molti personaggi famosi hanno toccato il traguardo degli 80 anni in piena salute psico-fisica: Giorgio Armani, icona della moda nel mondo; Leonard Cohen, che nel ’66 portò ‘Suzanne’ al successo mondiale; Cino Ricci, uomo simbolo della vela italiana e skipper di ‘Azzurra’. E, ancora, Gino Paoli e Ornella Vanoni. “Il loro esempio dimostra che è possibile invecchiare bene, non solo mantenendo autonomia fisica, ma anche un’adeguata capacità intellettiva e di relazione”, continua Cucca.

Considerando il fattore genetico, si potrebbe pensare che solo chi ha genitori anziani avrà la fortuna di morire più tardi. “La componente ereditabile rende conto solo per il 30% della longevità. Il resto dipende dallo stile di vita”, precisa il direttore dell’Irgb-Cnr. “Fare attività fisica non usurante, seguire una dieta variegata ma parca, avere interessi che mantengano vivi obiettivi e speranze sono elementi determinanti”.

I progressi nel campo della geriatria aiutano. “Avanzamenti sono evidenti in vari ambiti, tra i quali quelli dell’udito e della vista”, aggiunge Cucca. “Permangono però alcune aree critiche come quelle legate al declino del sistema immune nell’anziano che poi determina una maggiore suscettibilità alle infezioni, una ridotta risposta ai vaccini, uno stato di infiammazione sub-cronico, con conseguenti problematiche a carico di vari organi e sistemi, dal cardiovascolare all’apparato osteo-articolare. C’è, infine, una maggiore suscettibilità alle risposte autoimmuni”.

Proprio nel settore dell’immunosenescenza si sta focalizzando l’interesse della ricerca e, secondo Cucca “ci saranno i progressi maggiori nei prossimi 10 anni. Ma allo sforzo della ricerca va associata la buona pratica del vivere sano, perché invecchiare bene è un dovere sociale, oltre che un auspicio personale”.
(Fonte: Almanacco della scienza – CNR)
Per saperne di più: il sito dell’Almanacco della scienza – CNR

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