A tavola non si invecchia

L’importanza attribuita dall’uomo ai piaceri della tavola e alla convivialità è nota. L’etimologia della parola convivium è emblematica: ‘cum vivere’, vivere assieme. Nutrirsi alla stessa tavola è insomma un atto di socialità importante. Altrettanto lo è, però che si adotti un’alimentazione corretta, che, associata a uno stile di vita salutare, è basilare per garantire un’aspettativa di vita lunga. 

“Invecchiamo secondo l’impronta genetica che ereditiamo dai nostri genitori, una sorta di destino, di attesa di vita che può essere modificata dall’interazione con l’ambiente”, spiega Gianvincenzo Barba dell’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Cnr di Avellino. Nel corso della vita il Dna è infatti costantemente esposto a fattori ambientali che con il passare del tempo erodono la struttura delle cellule, dando il via a un processo di invecchiamento naturale, irreversibile e unico per ogni individuo. Una giusta alimentazione può però aiutare a rallentare il processo, garantendo l’apporto di antiossidanti sufficiente a controbilanciare l’azione dei radicali liberi, molecole estremamente reattive e instabili, che causano seri danni alle cellule e l’invecchiamento. L’organismo umano, pur producendo molecole ad azione antiossidante, ha comunque bisogno di assumerne dall’esterno per aumentare le proprie difese”.

Secondo le indicazioni dell’Oms, consumare quotidianamente 5-6 porzioni di frutta e verdura, rispettando la stagionalità delle produzioni e la varietà dell’alimentazione, garantisce un adeguato apporto di antiossidanti. “Recenti studi epidemiologici e sperimentali hanno documentato l’associazione tra restrizione calorica e longevità”, continua il ricercatore dell’Isa-Cnr. “È provato che seguire una dieta ipocalorica ma nutrizionalmente bilanciata aiuta. La carenza di nutrienti fa sì che la cellula reagisca a queste ‘avversità’ optando per una specie di letargo metabolico, che ne permette la sopravvivenza fino al miglioramento delle condizioni esterne”.

Per vivere più sani e più a lungo bisogna quindi imparare a mangiare in modo corretto: “Evitando gli eccessi, limitando gli zuccheri semplici e privilegiando quelli complessi, riducendo l’apporto di grassi saturi e consumando poca carne rossa e più pesce e legumi. È bene, inoltre, ricordare che un corpo giovane è ben idratato: l’acqua aiuta l’organismo a eliminare le tossine, accumulatesi quale prodotto di rifiuto dei processi metabolici e dell’esposizione ambientale. Sana alimentazione significa anche corretta frequenza nei pasti: cinque pasti al giorno, ma ben distribuiti nell’arco della giornata” conclude Barba.

“Non esistono cibi buoni o cattivi in senso assoluto, la dieta va piuttosto considerata nell’insieme degli alimenti che la compongono. In quest’ottica, il modello alimentare mediterraneo rappresenta uno dei regimi migliori, capace di garantire l’assunzione di tutti i macro e micro nutrienti essenziali per la prevenzione di patologie croniche e, pertanto, potenzialmente in grado di aumentare l’aspettativa di vita in buona salute”.
(Fonte: Almanacco della Scienza – CNR)
Per saperne di più: Almanacco della Scienza

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