Ai medici di famiglia piacciono le medicine non convenzionali

Uno su quattro le usa per curarsi, il 60% le consiglia ai pazienti, il 65% ritiene che si debbano insegnare all’università. Ecco i risultati di una ricerca della Regione Toscana annunciati al congresso sulle medicine tradizionali europee. Attenzione però ai pericoli.

Ai medici di famiglia piace curarsi con le medicine non convenzionali. Ne fanno difatti uso su di sé almeno 25 su 100, un quarto esatto, contro il 13% dei pazienti. E se 6 su 10 non esitano a consigliare terapie non convenzionali, in particolare agopuntura, chiroterapia, fitoterapia, omeopatia, ancora più numerosi (65%) sono i favorevoli a insegnare queste materie all’università. I contrari a tutto ciò? Appena il 7%.
Sono i risultati di una ricerca che l’Agenzia Regionale di Sanità della Regione Toscana ha appena condotto su un campione significativo di professionisti. Ne ha dato notizia il responsabile del settore Assistenza sanitaria Valerio Del Ministro intervenendo oggi con il direttore generale Francesco Izzo al primo congresso scientifico internazionale sulle Medicine Tradizionali Europee (ETM) in corso fino a domani a Vinci per l’organizzazione del Centro di Medicina Naturale di Empoli.
Il fitoterapeuta Fabio Firenzuoli, che del Centro è il direttore, ha elencato ulteriori dati: il 20% dei pazienti fa ricorso a erbe medicinali a scopo curativo, spesso senza neppure avvertire il proprio medico. Evidenti i rischi per la salute: di tossicità, di interferenze con altri farmaci assunti contemporaneamente, ecc.
Si tratta in ogni caso di un dato molto discordante rispetto alle recenti rilevazioni Istat, le quali segnalano solo un 4% di persone che ricorrono alla “fitoterapia”. Firenzuoli commenta però, polemicamente, che è un errore impostare la domanda sul termine fitoterapia, perché moltissimi pazienti ne ignorano il significato. “Si chieda quanti usano erbe medicinali”, dice, “Si scoprirà così che sono molti, molti di più”.
Ancora: tra gli avvelenamenti da “prodotti naturali” registrati al Centro Antiveleni dell’ospedale Niguarda di Milano il 40% é dovuto a oli essenziali, il 25% a prodotti erboristici e il 35% a prodotti omeopatici. All’Istituto Superiore di Sanita’ (gruppo di Roberto Raschetti) sono pervenute oltre 230 segnalazioni di reazioni avverse causate da prodotti naturali, in particolare epatiti acute. Due i casi Infine, Fabio Roggiolani, presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale della Toscana ha annunciato l’entrata in vigore una legge (la ‘legge Roggiolani’) che regolamenta la formazione dei medici esperti in fitoterapia, agopuntura e omeopatia, in modo da garantire ai cittadini specialisti competenti.

Torna in alto