Immagine Counseling psicologico

risponde il dr. Vincenzo Masini

Si amano da una vita. Poi, il tradimento. Lui la scopre, lei ha scelto lui, e non l'altro. Il tradimento è dietro le spalle. Ma continua a tormentarlo. Così tanto che potrebbe distruggere la loro storia. È necessario affrontare la situazione, sul piano emotivo ed affettivo, per riuscire a vedere la via di uscita.

Tradimento e amore: in cerca di una via di uscita

“Egr. Dr Masini, non so se il mio è un caso ‘normale’ o unico, mi chiarisco. 10 mesi fa mia moglie mi ha tradito con un collega single, e a quanto sembra non ci è andata a letto. Ecco da qui iniziano i miei problemi. Da quel giorno che ho scoperto tutto il mio pensiero è solo su quella storia, non riesco a crederle in pieno, l'ho per mesi tartassata con domande su ciò che ha fatto, su ciò che provava, fino allo sfinimento, quasi a voler cercare a tutti i costi un indizio per poi ritorcerlo contro di lei. Noi viviamo insieme da 10 anni e stiamo insieme da 17; eravamo appena 18enni quando ci siamo messi insieme, metà della mia vita l'ho passata con lei e se pensiamo entrambi a doverci separare, non lo accettiamo, prevale tutto quello che ancora vediamo uno nell'altra. So che lei ha avuto una bella sferzata di emozioni, l'altro sarebbe potuto essere l'amore della sua vita se non fossi esistito io, ma lei ha scritto in una lettera che già aveva il suo amore e che l'altro era la persona sbagliata per lei anche se aveva saputo coinvolgerla così tanto. Questa lettera non era indirizzata a me erano suoi pensieri nascosti indirizzati a lui ma mai consegnati che teneva in ufficio ben al sicuro. Ora io faccio fatica ad uscire da questa situazione ho paura che lei abbia visto qualcosa che io non potrò mai darle adesso perché si parla di emozioni e non di amore, di questo lei ne è consapevole, sa che tutto questo lo ha già ricevuto da me in passato. Io sono consapevole anche del perché del tradimento, ne abbiamo parlato giornate intere, il problema lo abbiamo sviscerato a fondo, il nodo centrale è stato il forte attaccamento a me per la perdita del padre causa divorzio quando già stavamo insieme, e ai miei egoismi che in alcuni periodi l'hanno tenuta distante, al fatto che adesso lei abbia bisogno di camminare da sola che forse il tradimento è stato uno scontare i rancori accumulati in questi anni... ma non è anche questo egoismo, si può battere utilizzando gli stessi mezzi? Tutto questo ragionare non mi basta, la mia testa è sempre impegnata a pensare a lei con lui, a quello che pensa ogni momento, e so che se continuerò così la perderò. Lei il collega per forza di cose lo vede anche se non tutti i giorni, e allora mi chiedo, può passare un coinvolgimento così forte anche se successo mesi fa, ma di cui non abbiamo mai smesso di parlarne, anzi non ho mai smesso di parlarne, anche continuandosi a vedere facendo una normalissima vita da ufficio? Possono lasciare tutto ad un livello di scambio di battute e basta oppure no, succederà che si creeranno storie parallele, dove lei non vorrà perdere la sua famiglia ma nello stesso tempo vorrà viversi quelle emozioni? Insomma c'è una via di uscita o no? Che senso avrebbe se lei fosse ancora molto coinvolta a stare vicino a me per 10 mesi pieni, io che adesso sono la persona meno amabile della terra piena di dubbi morbosi, sfiduciato e dal pessimo stato d'animo? La ringrazio anticipatamente della Sua disponibilità”. A.

Debbo rispondere su due piani di discorso: uno razionale, l'altro emozionale.
Sul piano razionale occorre capire che non esiste l'‘anima gemella’. O, almeno, non ce n'é una sola. Non possiamo stabilire relazioni profonde indifferentemente con tutti, ma nemmeno con una sola persona. C'è un certo numero di persone che hanno affinità elettive con ciascuno di noi e con le quali siamo compatibili, e per dar corpo stabile ad una coppia occorrono almeno due forme di compatibilità emozionali, altrimenti la coppia rimane fissata in un solo copione ripetitivo di comportamento (tipo il copione che voi state recitando in questi ultimi 10 mesi a seguito del trauma del tradimento). Ho costruito un modello di compatibilità relazionali sulla base di sette tipi prevalenti di personalità non patologica che mi porta ad analizzare che in ogni contesto territoriale le possibilità compatibilità statistiche di affinità sulla base di due tratti di personalità elettivi sono circa:
x = y (popolazione di un contesto) / 7 x 7 (due tratti di personalità elettive) x 8 (classi di età) x 2 (sessi) x 10 (valore approssimativo che indica le classi economiche, sociali e culturali) e cioè una persona su 15.000 (il numero diminuisce ulteriormente per processi estetici su cui si fonda la biologia dell’attrazione interpersonale). In pratica le sto dicendo che ciascuno di noi può contare, se vive in una città di un milione di abitanti, sulla presenza di un migliaio di "anime gemelle" potenziali. Il conteggio sta ad indicare il fatto che non si debba pensare ad una coppia come ad un assoluto ma come ad un incontro a partire dal quale si inizia un viaggio che va avanti fin dove riesce e fin dove le coppie riescono a portarlo. Fino alle crisi. La persona che sua moglie ha incontrato è probabilmente una potenziale ‘anima gemella’ e sua moglie ha rinunciato - così dice - ad un percorso di vita con lui. Ora sua moglie deve davvero essere molto sincera con se stessa, cancellando sia il senso di dovere, gli obblighi morali, e quant'altro. Spero per voi che sia davvero sincera e non pensi con ‘onnipotenza femminile’ di poter aggiustare tutto, risolvere tutto, compensare a tutto con pazienza e sacrificio. Se così fosse il futuro sarebbe un inferno. La risposta di sua moglie è stata chiara: ‘anche x era una mia potenziale anima gemella ma in graduatoria tu hai un punteggio più alto...’ ma deve anche dire (ed ovviamente pensare): ‘sono più affine e più vicina a te e il nostro viaggio può continuare perché sento che la meta a cui siamo destinati è più alta, più grande, migliore... sto con te perché sento che siamo destinati a costruire un grande amore’.
Sul piano emozionale c'è da elaborare una crisi. In questi casi non si può semplicemente mettere una pezza. Perché lei - il marito - possa superare lo stress della gelosia c'è bisogno di una fase di purificazione.
Ovvero un periodo di separazione di 15 giorni, almeno, con divieto reciproco di incontro in cui sta a lei ridecidere se vuole nuovamente investire con fiducia nel rapporto o valutare se è giunto alla fine e troncarlo. E sua moglie dovrà accettare la sua decisione. Dico 15 gg perché dopo la sofferenza dei primi tre il maschio riesce a guardare le cose con un certo distacco e con una nuova comprensione della realtà. In genere i maschi non hanno mai la possibilità di superare i tre giorni perché con astuzia femminile vengono sempre raggiunti da una telefonata, una notizia, un biglietto, ecc. che riaccende la dipendenza. Dalla presenza o assenza di questi segnali un maschio può anche riuscire a capire se è davvero rispettato o no e se è lasciato libero ed autonomo nelle sue scelte. Allo scadere della fase di purificazione, se le scelte sono confermate, la storia può davvero avere un suo nuovo corso.
Auguri. Masini

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