Immagine La posta di Annarosa

La posta



Risponde la d.ssa Annarosa Pacini
pedagogista, grafologa, giornalista

Lei lo vuole, lui no: comunicazione di coppia, le regole del gioco

Immagine - Lei lo vuole, lui no: comunicazione di coppia, le regole del gioco “Eh sì, penso di esserci cascata anch’io. Sono una collaboratrice scolastica di ruolo. Quest’anno è arrivato da noi un collega giovane e carino, molto affettuoso, che ha cominciato ad abbracciarmi anche in vita. Confesso che mi sarei fatta volentieri una storia, ma col tempo ho capito che me ne stavo innamorando, così quando lui mi ha chiesto di accompagnarlo a casa io ho rifiutato, consigliandogli di farsi venire a prendere dal fratello, che lavora anche lui con noi. Ebbene costui ha detto: così ti fa un bel servizietto al quale lui ha replicato schifato con un non ci pensare neppure. Rimasti soli gli ho chiesto spiegazioni e mi ha detto che non prova niente per me ma che scherza. Gli ho detto di non farlo più e ha promesso. Per una settimana evidentemente perché ha sentito che ne ho parlato in giro (del fatto che sto male), poi sabato ha ripreso a raccontarmi le sue cose, a venirmi dietro e aveva ricominciato a toccarmi, fermandomi però se provo di farlo anch’io, anche solo per fermarlo. Ho parlato anche con la psicologa della scuola e sembra che il problema sia solo mio”.

Carissima, proviamo a fare un riassunto.
Lavori in una scuola, dove è arrivato un nuovo collega, affettuoso, anche fisicamente.
Ti saresti fatta volentieri una storia.
Sei single? Siete coetanei?
Suo fratello non mi pare un tipo che brilli per buon gusto e savoir faire, a giudicare da quanto scrivi.
Alla frase sul “servizietto” tu cosa hai risposto? Hai risposto?
Intanto, lui ti ha detto che non prova niente per te ma continua a toccarti.
La psicologa della scuola ti ha detto che il problema è solo tuo.
Qualche elemento ci manca, sicuramente, per avere una visione più completa, anche se qualche riflessione possiamo farla.

La prima, è che il rispetto che gli altri hanno per noi, dipende molto dal rispetto che noi stessi abbiamo, nei nostri confronti. La zona intima, come ci insegna la prossemica, è una zona in cui dovremmo entrare solo se invitati, ovvero, ben imparando ad osservare i segnali dei linguaggi non verbali. In caso contrario – se non sappiamo ben interpretarli, o se non ci interessa farlo - sta al nostro interlocutore insegnarci a capire qual è la distanza giusta. Perciò, se davvero vuoi che cambi atteggiamento, sii ferma nelle tue intenzioni.

Lui ti ha detto che non prova nulla per te, meglio sarebbe se si comportasse di conseguenza, così per te sarebbe più facile concentrare altrove la tua attenzione. Magari, anche una riflessione sui motivi che possono aver fatto nascere quella battuta poco elegante non guasterebbe, per chiarirvi.

“Parlare in giro” del fatto che stai male, per una cosa personale e privata, indica una gestione forse non ancora abbastanza matura della tua emozionalità.
Lui sa che ti interessa, altri sanno che ti interessa, la psicologa sa che ti interessa, lui non prova nulla. Starci male ti serve?

Forse potrebbe aiutarti riprenderti il tuo spazio e i tuoi tempi cominciare a vivere la situazione con maggiore distacco.
La distanza, a volte, è una buona cura. Può aiutarci a capire meglio chi ci sta di fronte e farci vedere le cose in una prospettiva nuova. Così, cambiando la prospettiva, cambiamo anche noi.
Perché un rapporto che inizi dopo aver avuto segnali di scarsa considerazione, superficialità, egocentrismo, forse non inizierebbe nel modo migliore.

Forse la psicologa ti ha detto che il problema è solo tuo perché a te sta decidere.



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