Adolescenze estreme

I perché dei ragazzi che uccidono
Mauro Grimoldi
Feltrinelli Editore
Pagine: 264 Prezzo: Euro 16

Omicidio, infanticidio, abuso sessuale, anoressia, suicidio: ecco come gli adolescenti possono fare male a sé e agli altri. Una serie di casi letti nella prospettiva inconsueta del colpevole, vittima a sua volta di se stesso, per comprendere cosa si cela dietro la maschera del “mostro”.

Il libro
Sabato 26 settembre 2002, alla Cascina Ermengarda di Leno, piccolo paese della Bassa bresciana, si danno appuntamento due sedicenni, Nicola e Nico, un ragazzo di quattordici anni, Mattia, e un adulto, Giovanni Erra.
Con una scusa hanno convocato lì una loro compagna, Desirèe Piovanelli, per convincerla ad avere un rapporto sessuale con loro. La vicenda avrà un tragico epilogo: la ragazza resterà uccisa. I minori vengono condannati a quarantotto anni di reclusione in tre, appena ritoccati in appello. Per il maggiorenne scatta l’ergastolo. L’atroce episodio suscita l’indignazione dell’intera nazione che, come in tanti altri casi che hanno riempito le pagine dei giornali, si sente totalmente estranea a questi “mostri”. Alcune domande fondamentali restano tuttavia così senza risposta.
Cosa ha portato un ragazzo in apparenza mite come Mattia a partecipare a un delitto tanto efferato? Mauro Grimoldi, che ha in carico appunto Mattia, cerca di mettersi dalla parte del colpevole per comprendere cosa abbia innescato la dinamica delittuosa e perché.

In modo analogo tenta di capire cosa è sotteso ad altre forme di devianza e di comportamento estremo dell’adolescenza, quali la violenza contro il prossimo negli abusi sessuali di gruppo e nell’infanticidio, e la violenza contro di sé e il proprio corpo nei disturbi alimentari gravi e nei suicidi. Il libro si chiude con una riflessione sulla “cattiveria” e sui modi in cui si diventa adulti nella nostra società.
Grimoldi si sofferma in particolare sulle contraddizioni tra una adolescenza prolungata e “onnipotente”, le alte aspettative sociali indotte dall’esterno e l’incapacità di molti giovani di tollerare frustrazioni. Alle tesi punitive e restrittive, Grimoldi oppone, quando sia possibile (e non sempre lo è), l’ampliamento delle libertà come importante momento di crescita e maturazione dell’adolescente.

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