Penso, dunque rido

L’altra faccia della filosofia
John Allen Paulos
Traduzione: Matteo Sammartino
Collana: Super Universale Economica – Feltrinelli
Pagine: 176 – Prezzo: Euro 9

La sapete quella? Wittgenstein diceva che un’opera di filosofia potrebbe essere costituita esclusivamente di barzellette. Una battuta. Ma Paulos la prende sul serio e si diverte a esplorare il confine fra astrazioni filosofiche e preoccupazioni quotidiane, con l’aiuto di Groucho Marx, tanto humour e un sicuro possesso della materia di cui parla.

Il libro
A proposito del tipo di divulgazione che lo ha visto imporsi negli Stati Uniti, John Allen Paulos dice: si può conoscere Flaubert e Camus senza saper leggere una parola di francese e, allo stesso modo, si può studiare Euler, Gauss e Gödel senza dover risolvere equazioni differenziali. In entrambi i casi c’è bisogno di un buon traduttore. Ecco: Paulos affronta qui la logica (filosofica e matematica) come un ottimo traduttore e, attraverso un linguaggio accessibile a tutti e soprattutto attraverso l’arma del comico, della battuta, della storiella paradossale, riesce a farci percepire il lavorio e l’armonia del pensiero. Dietro la risata dell’assurdo c’è sempre una catena fascinosissima di snodi filosofici. “Spero di trasmettere – dice Paulos – qualcosa dell’aroma e del succo della filosofia moderna, e di cancellare quella diffusa sensazione che la filosofia sia una qualche guida alla vita, un ramo della teologia o della matematica, o la pura capacità di essere stoici davanti alle avversità.” Ecco, la singolarità di questo libro è qui: nella speciale passione del restituire, attraverso il riso, il rigore del ragionamento, del “rimontare”, passando per parabole, enigmi, aneddoti, giochi di parole, le più ardue teorie filosofiche. Non massime dunque, buone a tutti gli usi, ma la curiosità dell’intelligenza umana.
Un piccolo esempio: di un termine o un’espressione si dice che hanno incidenza “estensionale” quando in una frase possono essere sostituiti con qualsiasi altro termine con lo stesso referente, senza che la verità o falsità della frase venga alterata. Ma ecco come una semplice barzelletta è pronta a rendere fallace questo principio di sostituzione: Due pastori protestanti stanno discutendo dell’attuale degrado della morale sessuale: “Io non sono mai stato a letto con mia moglie prima di sposarci”, proclama uno, “E tu?” “Non ne sono certo”, risponde il secondo, “come si chiamava da signorina?”

LA STRADA DEGLI ERRORI
Il pensiero femminista al bivio
Elisabeth Badinter
Traduzione: Ester Dornetti
Collana: Serie Bianca – Feltrinelli
Pagine: 136 – Prezzo: Euro 11,5

Un vero e proprio manifesto del nuovo femminismo (laico, liberale e libertario) che attacca, in modo anche provocatorio, le pratiche e le ideologie del pensiero femminista. Un testo che susciterà molte polemiche.

Il libro
La strada degli errori contesta al movimento femminista di essersi asserragliato nel separatismo e nella lotta contro il sesso maschile, abbandonando l’universalismo e la rivendicazione dei pari diritti, ancora molto lontana dal pieno successo. Per la Badinter il separatismo (e il conseguente vittimismo) riporta le donne nell’immenso ghetto dal quale erano finalmente uscite e le riconsegna ai subalterni ruoli maternali, oppure le sospinge verso un’autosufficienza sessuale che impedisce ogni scambio positivo con la società maschile e ogni possibilità di influenzarne l’evoluzione. In Europa e negli Usa, un certo femminismo della differenza ha criminalizzato la sessualità maschile, avallando di fatto quel rigorismo morale tipico della destra sessuofoba. L’allargamento progressivo della nozione di “crimine sessuale”, per esempio, e la conseguente repressione promuove un’idea legale, morale e sacralizzata della sessualità, in radicale opposizione a quella libertà sessuale che è invece rivendicata dalle più giovani generazioni. A queste critiche, espresse con inusitata severità, l’ala radicale del femminismo francese ha risposto con analoga asprezza accusando l’autrice di mascherare con l’idea dell’emancipazione un “richiamo all’ordine” che segnerebbe la fine del movimento. Il libro ha suscitato un acceso dibattito in Francia e, in pochi giorni dalla sua apparizione, è balzato ai vertici delle classifiche di vendita.

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