Immagine Grafologia

La psicofisiologia della motricità grafica

di Annarosa Pacini

Per chi si fosse perso le puntate precedenti, un sintetico riepilogo: prima di addentrarci nell'affascinante universo della Grafologia, stiamo cercando di capire in che modo scrittura e psiche sono strettamente connessi. Abbiamo così scoperto come la mano rappresenti una sorta di esteriorizzazione corporea del cervello, e come la scrittura sia in grado di riflettere non solo le caratteristiche psicologiche, ma anche quelle fisiologiche. Infine, abbiamo più volte ribadito come la "liberazione" della mano abbia di pari passo seguito l'evoluzione della massa cerebrale e delle sue funzioni, e come questa evoluzione abbia segnato il processo che dai primi rudimentali segni ha portato alla nascita della scrittura modernamente intesa, processo che ogni essere umano ripete, dallo scarabocchio, al disegno, alla scrittura. Vi è una disciplina che si occupa specificatamente della motricità grafica, ed è la psicofisiologia della motricità grafica (appunto), che si occupa delle relazioni tra le componenti psicologiche e quelle fisiologiche nell'uomo al livello di quella modalità specifica del comportamento che è la motricità, e di cui la scrittura è l'espressione più immediata. Non potremo certo entrare nei dettagli, ma non vi sembrino cose superflue: questi dati servono, a chi non conosce la Grafologia, per comprendere meglio come si tratti di Scienza, e non di arte improvvisata. La Psicofisiologia della m.g. "focalizza le modificazioni del movimento grafico indotte da eventi soggettivi-cognitivi e comportamentali diversi, che si presentano poi nella scrittura". Ha relazione di parallelismo con la neuropsicologia, di integrazione con la neurofisiologia, di applicazione con la psicosomatica e con la psicologia medica. Il movimento grafico è il risultato di tutta una serie complessa di interazioni che avvengono in maniera coordinata a vari livelli del sistema nervoso: qualunque movimento non è un movimento qualunque, ma la sua attuazione coinvolge tutta la personalità di un individuo. Il gesto grafico sottintende a funzionamenti cerebrali complessi, la cui essenzialità non deve mai essere dimenticata. Già Freud, nel 1891, affermava: "La catena dei processi fisiologici nel sistema nervoso non sta in un rapporto di causalità con i processi psichici: i processi fisiologici non cessano appena iniziano quelli psichici; anzi la catena fisiologica prosegue: ad ogni elemento o ad ogni gruppo di elementi della catena, corrisponde un fenomeno psichico", cioè il processo psichico è un processo parallelo a quello fisiologico. La motricità grafica è una modalità specifica del comportamento motorio in genere: in tale motricità è coinvolta tutta la personalità del soggetto ed il discorso grafologico è un discorso di decodificazione. Che non si limita, però, al puro elemento motorio, ma affronta il gesto grafico nella globalità, con tutte le componenti simboliche e psicologiche ad esso inerenti.


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