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Grafologia: i segreti della mano

a cura di Annarosa Pacini
giornalista, pedagogista, grafologa


Una mano che impugna una penna: i modi in cui si puo' tenere una penna sono molti Siamo talmente abituati alla gestualità, all'uso costante delle mani, da non soffermarci mai sul meraviglioso meccanismo che le rende uno degli strumenti più preziosi per l'uomo. La mano viene da molti fisiologici considerata come una sorta di proiezione del cervello nello spazio. Secondo un calcolo effettuato dal computer, una mano normale può effettuare venti milioni di movimenti, mentre una mano abile e addestrata può arrivare addirittura a quaranta milioni. La mano è l'espressione più completa e affinata di quel lento processo che ha condotto la specie umana alla corticalizzazione delle funzioni più specializzate (la cui localizzazione, a livello cerebrale, viene individuata nel lobo frontale). Ancora, "la mano è un'unità morfologica indissolubilmente correlata ai centri nervosi superiori del cervello, di cui costituisce la propaggine più diretta e versatile".

Parallelamente all'evoluzione della mano, infatti, si assiste all'aumento di numero di particolari cellule del cervello. È anche l'unico organo che consente la "reciprocità sensoriale": non può toccare senza essere toccata (mentre l'occhio può guardare senza essere visto, l'orecchio ascolta senza essere udito). In tre milioni di anni è avvenuta una progressiva "frontalizzazione" (aumento delle dimensioni del lobo frontale): da 450 cm cubici (microencefalo) si è passati a 1350 cm cubiti (macroencefalo): parallelamente all'aumento delle dimensioni di volume dell'encefalo si è passati dal quadrupedismo al bipedismo, fino alla liberazione della mano.

La scrittura, come abbiamo detto nella puntata precedente, segue questa evoluzione. Ecco quindi che sarà più chiaro cosa s'intende quando si parla di scrittura spontanea: una scrittura in cui la mano ha la totale padronanza del movimento, tanto da non dover pensare coscientemente i movimenti affinché essa li compia. Infine, una curiosità. Non tutti tengono la penna in mano allo stesso modo.

I tipi di prensione sono quattro: pinza termino-terminale (tra polpastrelli, particolarmente adatta ad oggetti piccoli e sottili, come un ago); la pinza volo-volare (più comune, vede il polpastrello del pollice opporsi agli altri); pinza volo-laterale (oppone il polpastrello del pollice alla faccia radiale delle falangi di un dito lungo); la prensione interdigitale (fra le dita, senza pollice). Come propaggine diretta, la più diretta, dei centri nervosi, il movimento che nasce dalla mano è ricco di significati psicologici inerenti la vita interiore e di relazione di ogni individuo.


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