Grafologia
Analisi grafologiche - Un lavoro per essere felice
di Annarosa Pacini
"Cara Annarosa, mi chiamo Ester, ho 49 anni, faccio la commessa. Ho una famiglia, dei figli, non ho grandi problemi. Dovrei essere soddisfatta, perché in fondo non mi manca niente. Eppure, non lo sono. Insomma, mi sembra sempre che, invece, manchi qualcosa. Vorrei anche cambiare lavoro, anche se alla mia età mi sembra una cosa da pazzi, e poi non saprei cosa fare. Comunque, la tua rubrica mi piace molto, ti seguo da quando scrivevi su Margherita. Non so, se hai qualcosa da dirmi che mi faccia sentire meglio, mi farebbe piacere".
Comprendo bene la tua situazione. Sei una persona sensibile, ma insieme forte: hai saputo adattarti alle richieste della vita, fai sempre tutto ciò che pensi gli altri si attendano da te. Però non sei soddisfatta. Questa tua insoddisfazione ha radici lontane. In una bambina che pensava di non essere abbastanza brava, abbastanza intelligente, abbastanza simpatica. E, nonostante le conferme che hai avuto dalla vita, questa sensazione ti è rimasta.
Prima di manifestare apertamente te stessa, hai bisogno di sentirti davvero sicura che sarai apprezzata e, ciononostante, ci sono aspetti di te che cerchi di non mostrare, perché temi sempre che qualcuno potrebbe criticarti.
La tua voglia di cambiamento si vede, ma certo hai anche molte cose che ti frenano: la famiglia, le responsabilità che sul lavoro ti sei assunta. Poiché per te è molto importante lavorare, cerca di "sondare" il mercato, passa-parola, informati su quali possibilità lavorative la tua città offre. La tua esperienza con il pubblico, e nel settore in cui lavori, ti sarà utile. Certo, mancare di un titolo di specializzazione può essere un ostacolo, ma non credo affatto, come scrivi tu, che "per quelli con la terza media c'è poco da fare".
Io conosco persone che sono arrivate soltanto alla quinta elementare, ma non hanno nulla da invidiare a nessuno. E qua arriviamo al nocciolo del problema: il valore che hai viene da dentro, non da fuori. Tu sei in gamba, intelligente, perché lo sei davvero, non perché te lo dicono gli altri. Ti consiglio di aprirti con la tua famiglia, i tuoi figli sono abbastanza grandi da capirti, e, mi pare, anche abbastanza sensibili da darti il loro appoggio. Vedrai che anche quella bambina che tanto soffriva della mancanza di apprezzamento, sarà finalmente felice.
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