Immagine Grafologia

a cura di Annarosa Pacini

Apprendimento e scrittura: la disgrafia come segnale di disagio

Immagine Si sente sempre più spesso parlare di “disgrafia”. Un termine che, in senso molto ampio, indica una difficoltà a scrivere correttamente. Molte possono essere le cause e le concause. In ogni caso, disgrafia e disortografia possono rappresentare elementi di grande sofferenza per il bambino, oltre che un limite per l’apprendimento e lo sviluppo del bambino, non solo in ambito scolastico. Una possibile chiave di lettura.

Con questo articolo non abbiamo assolutamente la pretesa di chiudere questo argomento, anzi, intendiamo “aprirlo”: perché molti sono gli aspetti da valutare, le situazioni, i possibili approcci e punti di vista. Iniziamo da un approccio alla scrittura come segno di comunicazione ed espressione, piuttosto che come abilità tecnico-pratica (che, pure, ne è una componente importante). Quindi, come segnale che va verso l’altro, ma anche che proviene da noi. In quest’ottica, le problematiche di disgrafia e disortografia si rivelano spesso legate a rapporti interpersonali assai complessi e non favorevoli allo sviluppo equilibrato del bambino. Insegnanti che urlano e puniscono, che fanno stare i bambini in piedi se parlano troppo, che non li mandano al bagno o non li fanno bere. Bambini in prima elementare. Che possono superare queste situazioni, oppure no. Che possono comunque riuscire ad avere un approccio positivo verso la scuola e ciò che viene loro insegnato, oppure no.
Naturalmente, questa è solo una possibilità. Non certo tutte le disgrafie sono causate dalla relazione con gli insegnanti, ma questa può comunque essere una concausa importante. Soprattutto, e per fortuna, non tutti gli insegnanti hanno comportamenti come quelli sopra descritti.
Anche il rapporto con il genitore ha la sua influenza, come le dinamiche relazionali all’interno della famiglia. Se i genitori sono in crisi come coppia, è pure illusione pensare che il bambino non lo sappia e non ne sia influenzato. Qualunque sia la sua età.
Insomma, la scrittura è la traccia e il segnale del mondo emozionale del bambino. Escluse le cause neurofisiologiche, patologiche, grafomotorie, quelle che restano sono cause legate al mondo interiore ed emozionale ed ai rapporti con gli adulti. Perciò, quello che dovremmo notare, ogni volta che vediamo una “brutta scrittura”, o “disgrafia” in un bambino come in un adolescente, è che quel bambino sta soffrendo, e quella scrittura è un modo per richiamare la nostra attenzione verso la sua sofferenza. Che significa, verso la causa e verso la soluzione.
La soluzione è quella di aiutare a trovare un modo per comprendere meglio le relazioni che vive, ed affrontarle più serenamente, quelle che piacciono e quelle che non piacciono. Serenità che si riflette nella scrittura, che così si trasforma. La fiducia in se stessi e negli altri è un percorso che si costruisce giorno per giorno, che pone domande e richiede risposte. Per questo, le risposte che come adulti diamo, sono fondamentali.
Ogni disgrafia è una domanda. La risposta sta a noi trovarla.

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