Grafologia
Il lavoro giusto
di Annarosa Pacini
L'analisi grafologica si rivela uno strumento prezioso nella ricerca del lavoro. Per chi è alle prime esperienze, per chi vuole cambiare, per chi vuole migliorare.
"Il lavoro non mi piace, non piace a nessuno, ma a me piace quello che c'è nel lavoro: la possibilità di trovare se stessi". Joseph Conrad
"Per avere successo, la prima cosa da fare è innamorarsi del proprio lavoro". Suor Mary Lauretta
"Pianificate il vostro lavoro, e lavorate secondo i vostri piani". H. Fayol
"Felice colui che ha trovato il suo lavoro; non chieda altra felicità". Thomas Carlyle
L'uomo e il lavoro. Un rapporto di amore e odio che dura da sempre. Lavoro come opportunità di crescita, come fonte di sostentamento, come gratificazione, come imposizione, come felicità, come sofferenza. Mettendo da parte le tante, e infinite, possibilità che governano il rapporto uomo lavoro, cerchiamo di trovare un punto di partenza.
Prima di ogni lavoro, viene l'individuo. La persona, con il proprio carattere, i propri talenti, le proprie aspirazioni, gli angoli mai smussati o, forse, smussati troppo. Ora, se ci riflettiamo bene, non tutti scelgono il lavoro che sentono più affine. Il lavoro che piace. Chi perché non sa quale sia. Chi perché si ferma al primo lavoro che trova. Chi perché crede che gli piaccia quello che ha. Chi perché non ha la possibilità di scegliere. E così via, anche questa volta con una casistica infinita.
Ancora, tra ciò che pensiamo ci piaccia, o faccia per noi, è ciò che davvero corrisponde alle nostre capacità psico-attitudinali, non sempre c'è corrispondenza. Una persona può ambire a lavorare a contatto con il pubblico. Ma, al di là del desiderio soggettivo, potrebbe avere una oggettiva capacità di lavorare dietro le quinte.
Ora, chiediamoci: noi otteniamo il miglior risultato quando facciamo il lavoro che ci piace, o quello che ci riesce meglio? E se facciamo un lavoro che non ci piace, perché lo facciamo, e quale riflesso può avere sulla nostra personalità, sulla nostra vita, e sulla vita di coloro che ci circondano?
Come dicevo, il punto di partenza è il singolo individuo. Comprendere bene il proprio modo di essere e pensare, le caratteristiche del proprio temperamento, le proprie attitudini è il passo indispensabile per affrontare il lavoro che ci aspetta nel modo ottimale.
In questo, l'analisi grafologica può esserci di grande aiuto. Una persona che trovi nel lavoro una dimensione di realizzazione personale avrà maggiore difficoltà di adattamento di chi, nel lavoro, identifica soprattutto una fonte di sostentamento, e cerca la realizzazione personale nel tempo libero.
Quindi, partire da una approfondita conoscenza di sé è il primo passo per orientarsi nella scelta del lavoro. Scoprire che il lavoro che si fa è adatto a noi può rivelarci che l'insofferenza, che magari da qualche tempo si sente, non dipende dal tipo di lavoro, ma dalle persone con cui abbiamo a che fare.
Avere la conferma che si è ottimi collaboratori, capaci di eseguire in modo rapido e perfetto ciò che ci viene detto ci orienterà verso lavori di gruppo, come dipendenti piuttosto che come imprenditori.
Riconoscersi ambizione, desiderio di emergere, di completa autonomia creativa ed organizzativa può indirizzare un laureato verso la scelta della libera professione anziché verso un concorso statale.
Perché fare "un" lavoro, o fare "il" lavoro giusto per noi, può cambiare la qualità della nostra vita.
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