Immagine Comunicazione, counseling, formazione

Le vie dell'immagine
di Annarosa Pacini

Immagine L'immagine comunica. Il dato è ormai acquisito. Tramite linguaggi verbali e non verbali, in modo diretto ed indiretto, conscio ed inconscio. Da un punto di vista pratico, si possono distinguere i diversi livelli attraverso i quali l'immagine transita (tenendo sempre presente che la distinzione è puramente formale, e che nell'ambito della comunicazione interpersonale, tali momenti sono contemporanei). Ricordando che non esiste comunicazione neutra, né per chi parla, né per chi riceve.

Io
Il vostro "essere" transita attraverso vettori morfologici e fisiologici, che voi stessi avvertite, e che anche su di voi possono avere effetto (tipico è il caso della persona che dice una cosa non come la vorrebbe dire, se ne accorge, ed entra in uno stato interiore di agitazione che può influire, in modo non positivo, anche sulle cose che dirà successivamente). Tali "vie di comunicazione" sono:
sguardi, gesti, andatura, tono, posizione, radicamento (ovvero, l'appoggio al suolo), tensioni muscolari, odori, frasi, pensieri.
1- Io e gli altri
Il messaggio si muove attraverso vettori psicologici e interazionali, come:
apertura, chiusura, sfida, protezione, fastidio, piacere, cessione, introiezione, schemi mentali, simboli, proiezioni.
2 - Interfaccia
Sono elementi "estetici" che contribuiscono ad aumentare, o dimininuire, la rilevanza del messaggio, essenzialmente l'abbigliamento, gli accesso, il "look" inteso nel senso più tradizionale del termine:
tessuti, stile, taglio, colori, abbinamento degli stessi, comfort, status, simboli, emblemi, colore dei capelli, acconciatura, trucco, profumo, accessori, qualità.
3 - Io e voi
Emittente e destinatario appartengono ad un gruppo, ad una società, ad un ambiente, e ad esso fanno riferimento attraverso elementi etnologici, etologici, sociologici, culturali:
distacco, vicinanza, approvazione, disapprovazione, legami, abitudini, modi di dire e di fare, difesa dell'Io, accettazione dell'altro, conoscenza.
4 - Noi
Essenzialmente, fattori storico-culturali e fattori estetici:
educazione, mode, usi, abitudini, funzionalità, utilizzo pratico, consuetudini. Gusto, fascino, bellezza, armonia, stile.
Per comprendere cosa siano, concretamente, tali fattori, concludiamo con un esempio:
una persona affronta un pubblico, per esempio durante una lezione, per la prima volta.
  • - Essa è, prima di tutto, in rapporto con se stessa. Le sue parole, il modo di dirle, il tono della voce, influiscono anche su di lei (soggetto neutro, persona).
  • - Quindi, se è soddisfatta di essere lì, avrà un atteggiamento di apertura, osserverà il pubblico, da cui riceverà un'impressione, l'una e gli altri saranno, da questa impressione, condizionati nel modo di percepire (positivo, negativo, indifferente…).
  • - L'abbigliamento, adatto al momento, con i colori capaci di rafforzare l'equilibrio interiore, ed ampliare le potenzialità, quindi l'efficacia del messaggio, contribuiscono a favore, o meno, il messaggio stesso.
  • - La distanza che separa chi parla da chi ascolta, il fatto che il luogo venga percepito come degno, o inadatto, l'importanza che chi parla attribuisce al pubblico, ed il pubblico a chi parla, rendono il messaggio più o meno coinvolgente, e stimolano, o riducono, l'interazione.
  • - Se chi parla è esteticamente gradevole o sgradevole, la condivisione di usi e modi, la capacità di esporre in modo chiaro (funzionalità) sono gli altri elementi fondamentali.
Ricordate che non esiste comunicazione neutra. Né per chi parla, né per chi riceve. Ogni cosa che voi dite e fate, ogni abito e colore che indossate parlano per voi. A volte, anche senza che voi lo sappiate. Se avete una videocamera, chiedete ad altri di riprendervi in momenti in cui non ve ne accorgete, e, soprattutto, quando state interagendo con altre persone. Potreste scoprire su voi stessi cose che non avreste mai immaginato. Questo perché noi ci vediamo dall'interno, mentre gli altri ci vedono dall'esterno. Chi non ricorda il famoso naso di Pirandelliana memoria? Perché ciò che il nostro naso è per noi, non è lo stesso per gli altri. Fatevi fare una bella foto di profilo, e meditateci. Se non sappiamo equilibrare la nostra comunicazione, non è detto che dentro e fuori coincidano. Ma, ricordate, che è sempre il contenuto a fare la forma, e non la forma a fare il contenuto. Ciò che il vostro naso è per voi, può esserlo per gli altri.

(continua)

"L'uomo piglia a materia anche se stesso, e si costruisce, sissignori, come una casa. Voi credete di conoscervi se non vi costruite in qualche modo? E ch'io possa conoscervi se non vi costruisco a modo mio? E voi me, se non mi costruite a modo vostro? Possiamo conoscere soltanto quello a cui riusciamo a dar forma. Ma che conoscenza può essere? È forse questa forma la cosa stessa? Sì, tanto per me, quanto per voi; ma non così per me come per voi: tanto vero che io non mi riconosco nella forma che mi date voi, né voi in quella che vi do io; e la stessa cosa non è uguale per tutti e anche per ciascuno di noi può di continuo cangiare, e difatti cangia di continuo. Eppure, non c'è altra realtà fuori di questa, se non cioè nella forma momentanea che riusciamo a dare a noi stessi, agli altri, alle cose".
Luigi Pirandello. "Uno, nessuno, centomila"



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