Immagine Comunicazione, counseling, formazione

La comunicazione invisibile
di Annarosa Pacini
(seconda parte)



Chiariti, nei suoi elementi essenziali, gli indispensabili attori del processo comunicativo, cominciano ad entrare nel vivo dell'argomento. Non si può non comunicare: la nostra immagine è informazione, ed il nostro solo apparire in un ambiente, comunica qualcosa di noi. Questa comunicazione può non essere intenzionale, eppure esiste. Generalmente, quando si parla del "comunicare", si pensa innanzitutto alle parole: in realtà, non esiste una comunicazione verbale isolata, essa è sempre accompagnata dalla comunicazione non verbale (metalinguaggi). Viceversa, come abbiamo detto, la comunicazione non verbale esiste indipendentemente da quella verbale. Ed è proprio questo tipo di comunicazione che colpisce per prima l'interlocutore. Pensate all'espressione "la prima impressione": quante volte avete avuto una prima impressione, magari negativa, indipendentemente da ciò che la persona faceva, o voleva trasmettervi? Oppure, una "prima impressione" positiva, là dove altri ravvisavano elementi a loro poco graditi? Da dove arriva, e cosa colpisce? La "prima impressione" è il frutto di un insieme di stimoli comunicativi che vengono percepiti, a livello conscio ed inconscio: è la somma dei gesti, delle posture, dei movimenti, dei modi, degli atteggiamenti, ed infine, del linguaggio verbale. Una comunicazione metalinguistica di cui spesso non siamo consapevoli. Essa comunica ciò che siamo, indipendentemente da ciò che vogliamo. Ed è questo il primo nodo da sciogliere. Colpisce, di ogni individuo, ciò che sa, ovvero "l'impressione razionale", e ciò che non sa, ovvero "l'impressione inconscia", ed a questo ognuno reagisce. È qua che entra in gioco la prima regola fondamentale, quella del non giudizio . Se volete "ricevere" correttamente il messaggio, ed altrettanto "correttamente" rispondere, dovete imparare, ad ogni incontro, ad ogni sguardo, ad ogni prima impressione, a sospendere il vostro giudizio. Soltanto così potete porre le basi di una comunicazione positiva ed equilibrata. Facciamo alcuni esempi, che possono chiarire meglio il concetto. Se entrate in un ascensore, e dopo di voi entra una persona, che conoscete di vista, ma non saluta, voi avete l'impressione che sia sgarbata, e questa impressione rimarrà con voi, e magari farà sì che voi non salutiate la persona in questione ogni volta che la incontrate. Chiamiamola Carlo. Ricominciamo. Voi entrate nell'ascensore, dopo di voi entra Carlo, lo conoscete di vista, lui non vi saluta? E voi? Ecco la seconda regola, quella del non condizionamento . Se voi siete persone normalmente educate e gentili, lo saluterete. O meglio, lo salutereste: perché farvi condizionare dal suo comportamento, ed alterare il vostro? A questo punto, cioè dopo il vostro saluto, la situazione può evolvere in vari modi: Carlo vi risponde, e vi dice che ha avuto un problema, magari lo hanno tamponato, e voi capite perché non vi aveva salutato, era soprappensiero. Quindi, il non giudizio vi è servito per comunicare correttamente, ed il non condizionamento per essere voi stessi. Oppure, vi risponde con un saluto secco. Solita impressione che si tratti di una persona sgarbata? Ognuno è come è (non giudizio): non si può pretendere che un'altra persona risponda ai nostri schemi mentali, al nostro modo di vedere ed intendere le cose, e secondo questi giudicarla. Può essere sbrigativo, laconico, solitario, timido, prima di essere sgarbato. Quindi, il non giudizio ed il non condizionamento, rimandano, in primis, alla libertà dell'individuo di essere se stesso, ed al rispetto di essa. Si può non condividere un atteggiamento, ma ciò non deve impedire di com-prendere. Torniamo a Carlo: nei giorni a seguire potreste incontrarlo di nuovo, e lui potrebbe salutarvi, e magari potreste distrattamente, o simpaticamente fare due chiacchiere, oppure, potrebbe continuare a non salutarvi, o a salutarvi distrattamente. Ecco la terza regola, la coerenza : se voi amate essere civilmente cortesi, continuerete a dirgli buongiorno. Se salutate soltanto chi vi saluta, dopo qualche civile tentativo, vi adeguerete. Dovete essere coerenti con voi stessi ed il vostro atteggiamento, liberi, e liberamente accettare gli altri. Pura teoria? No, pura pratica. Basta allenarsi, è molto più semplice di quanto crediate. E vi accorgerete di come la comunicazione "invisibile", invisibile non lo sia affatto.

“Comunicare per essere” © - corso intensivo di comunicazione. Per informazioni sulle date, sulle modalità di iscrizione, sui costi e per richiedere il programma, potete scrivere alla Segreteria del Corso, comunicare@encanta.it.
Per saperne di più: agli argomenti oggetto del corso, e, in generale, alle tematiche cui si ispira, sono dedicati una serie di articoli, che trovate nella sezione Approfondimenti
Altri approfondimenti su:
- Grafologia: l’analisi della scrittura come strumento per la crescita personale e la valorizzazione delle qualità individuali.
- “La Posta”, risposte alle lettere dei lettori, su temi relativi ai rapporti interpersonali.
- Counseling comunicazionale su base grafologica, cos'è, a cosa serve. Webcounseling, informazioni.
Per contatti diretti per appuntamenti, corsi, informazioni:
d.ssa Annarosa Pacini, pedagogista, consulente grafologa, giornalista, cell. 339.6908960
e-mail info@encanta.it.
Su richiesta, possibilità di webcounseling, counseling a distanza tramite l'utilizzo di collegamento internet via webcam.
Inizio pagina           Chi siamo               Copyright               Cookie Policy               Privacy               P.I. 01248200535