Immagine Comunicazione, counseling, formazione

Due lettere, due casi diversi, ma solo in apparenza. Nella sostanza, la situazione che i due soggetti vivono è molto simile. Situazioni lavorative non semplici, uno stato d’animo che non consente loro di essere al meglio. Un conseguente senso di disagio e di insoddifazione. La causa. L’effetto. Risolvendo la causa, cioè lavorando su noi stessi, sul nostro equilibrio, sul nostro modo di comunicarlo all’esterno, scopriremo come le possibilità che abbiamo sono quelle che ci consentiamo di vedere. Perciò, dobbiamo imparare a vederne di più, oppure ci sembrerà di non essere noi gli attori delle nostre scelte.
Risponde Annarosa Pacini

Quando il lavoro stressa
Immagine “Gentilissima dott.ssa Pacini, sono un manager di 58 anni, commerciale. Sono stato fino ad alcuni anni fa un grande venditore, quando, per ragioni di merito sono passato a fare il Capo Area, prima, il Direttore Vendite poi, fino a due anni addietro. A causa della mia età avanzata ho avuto molte difficoltà a ricollocarmi sul mercato del lavoro (grazie anche alla legge Biagi). Il mio ultimo ruolo non posso più praticarlo, almeno per il momento. Ho trovato, però, una grossa S.p.A. che mi ha assunto come Agente. Devo affrontare due settimane di training prima dell’inserimento in zona. Non le nascondo che mi trovo un po’ a disagio e faccio fatica a comunicare in maniera spigliata, sono in imbarazzo. Mi rivolgo a lei per aiutarmi a superare questo sensazione di disagio che provo, in quanto, voglio andare avanti e cercare di farmi conoscere, bene puntando anche alla carriera.
La prego di indicarmi se ha dei corsi dalle nostri parti. La ringrazio ed aspettando la sua risposta la saluto cordialmente”.

Carissimo, no. Purtroppo al momento non prevedo di tenere corsi in località a te vicine. Il prossimo che abbiamo in programma sarà a Grosseto, il 18 e 19 giugno 2005.
Capisco bene la tua situazione.
Posso avanzare alcune ipotesi, basandomi su quanto mi scrivi:
- se sei stato un grande venditore, lo sei sempre
- è probabilmente cambiata la percezione interiore che hai di te stesso, ma puoi nuovamente modificarla
- non farti condizionare dall'età, è un fatto anagrafico, non mentale. Puoi essere la persona che sai di essere, a qualunque età.
Quindi, da cosa può dipendere il fatto che ti senti a disagio? Forse dal fatto che pensi di dover provare qualcosa a te stesso, o agli altri. Oppure, che hai accettato un lavoro perchè 'costretto', sentendolo, in parte, come riduttivo.
Focalizza. Il lavoro è il mezzo, non il fine. Non devi dimostrare niente a nessuno. E si può essere ottimi manager in ogni ruolo.
Perchè si è, prima di tutto, manager di se stessi.
Auguri.
“Carissima Annarosa, mi scusi se mi rivolgo a lei con un tono così confidenziale, ma ho letto molti dei suoi articoli, e delle sue risposte, e, in qualche modo, mi pare di conoscerla. Mi trovo ad affrontare una difficile situazione professionale. Faccio un lavoro che mi piace, in un ambiente abbastanza tranquillo. Ho due superiori. Uno apprezza il mio lavoro. L’altro no. Uno mi coinvolge in tutte le iniziative, l’altro tende ad isolarmi. Non è una situazione manifesta, direi, comportamenti latenti, sta di fatto che da una parte vivo il lavoro senza il solito entusiasmo di sempre, perché alla fine non so come andrà. E dall’altra, non mi sembra affatto giusta una situazione del genere, dato che sono una persona che si impegna, ed il mio lavoro – e non sono io a dirlo –, lo so fare bene. Comunque, visto che la situazione è questa, e non posso fare niente per cambiarla, vorrei almeno trovare un modo per lavorare con tranquillità. Ha qualche consiglio da darmi? Sarà per la situazione, ma a volte mi sembra di non essere più in grado di farmi capire come vorrei, soprattutto con i subalterni”.
Carissimo, la situazione che mi descrivi, di cui la parte che abbiamo pubblicato sintetizza solo alcuni aspetti, è molto complessa. È indubbio che se l’ambiente in cui si lavora non è percepito come positivo, questo possa influire sulla voglia di fare anche dei più entusiasti. Ma non sui risultati, dici tu. Ed anche questo è vero: la professionalità è un abito mentale, e un vero professionista riesce a fare bene il suo lavoro anche in situazioni non ottimali.
Cosa cambia, dunque? Il tuo stato d’animo, il tuo modo di percepire il lavoro, il tuo ruolo.
Il livello delle tua soddisfazione, professionale e personale.
Non credo però che non ci sia nulla da fare.
Innanzitutto, devi individuare le tue priorità. Fare quel lavoro. Fare un lavoro come quello. Continuare a lavorare lì. Lavorare altrove.
Decisa la strada, puoi adottare le tue strategie. In ogni caso, è importante mantenere l’equilibrio. Tra il reale e il possibile. Quindi, se decidi di accettare la situazione, devi accettarla davvero. Cioè, con spirito sereno. Quella che tu percepisci come difficoltà di comunicazione non è che un segno di quanto la tua accettazione della situazione sia solo formale, e non interiore. Tu, più che accettare, ti senti di subire.
In questo, come in ogni altro caso in cui il centro della situazione sono i rapporti interpersonali, riuscire a governare la nostra comunicazione diviene essenziale.
La comunicazione perde efficacia quando non è coerente. Se vuoi sembrare tranquillo, ma in realtà sei in ansia. Se vuoi essere gioviale, e invece vorresti tutti lontano da te.
Non mi è possibile sintetizzare in una breve risposta le tante soluzioni, le tecniche, i metodi di cui parliamo nei corsi. Posso però darti un piccolo suggerimento per orientarti.
La comunicazione efficace è una comunicazione coerente. Gli stati d’animo, i pensieri, non devono essere nascosti. Devono essere metabolizzati. Il dolore, la rabbia, devono essere prima accettati, per poi poter essere gestiti e superati.
Così da riuscire a vedere tutte quelle possibilità di scelta, e vie di uscita, che in questo momento non vedi.


“Comunicare per essere” © - corso intensivo di comunicazione. Per informazioni sulle date, sulle modalità di iscrizione, sui costi e per richiedere il programma, potete scrivere alla Segreteria del Corso, comunicare@encanta.it.
Per saperne di più: agli argomenti oggetto del corso, e, in generale, alle tematiche cui si ispira, sono dedicati una serie di articoli, che trovate nella sezione Approfondimenti
Altri approfondimenti su:
- Grafologia: l’analisi della scrittura come strumento per la crescita personale e la valorizzazione delle qualità individuali.
- “La Posta”, risposte alle lettere dei lettori, su temi relativi ai rapporti interpersonali.
- Counseling comunicazionale su base grafologica, cos'è, a cosa serve. Webcounseling, informazioni.
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d.ssa Annarosa Pacini, pedagogista, consulente grafologa, giornalista, cell. 339.6908960
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